This Must Be the Place

Ho provato sabato ad andare al cinema per vedere questo film, ma arrivando quasi all'ultimo, ormai i biglietti erano finiti. Mi sono detto: strano, non pensavo che fosse un film così “mainstream”. Mi sono ripresentato ieri e mi sono goduto lo spettacolo. Il film è improntato sulla storia di Cheyenne una star dark-pop ormai da tanti anni fuori dallo showbiz. La sua vita di eccessi lo ha notevolmente debilitato fisicamente, ma la sua mente per quanto sembri assopita è a suo modo ricettiva. Cheyenne vive una vita nell'agiatezza con sua moglie, ma è avviluppato dalla noia e soprattutto dal rimorso e dal senso di colpa. Le sue vecchie canzoni hanno infatti portato al suicidio due ragazzi. L'unica sua occupazione è cercare di far fidanzare una una sua giovane amica (Mary) con un bravo ragazzo che lavora in una caffetteria. A spezzare questa monotonia sarà la morte del padre di Cheyenne, con cui lui non ha più rapporti da 30 anni. Ciò lo porterà in America alla ricerca di suo padre, del suo passato e anche di se stesso. Salta subito all'occhio la somiglianza fra Cheyenne e il leader dei Cure Robert Smith, ed anche la somiglianza con Ozzy Osbourne data dalla sua lentezza e il suo modo di fare fra le sfarzose mura di casa. Nell'incrocio di questi due personaggi, viene fuori un uomo annoiato, senza più uno scopo, che ha dentro un vuoto da colmare. Quando gli eventi lo faranno precipitare in America, troverà nella ripresa del lavoro abbandonato da suo padre, il mezzo per riscoprirsi e per crescere.
Sorrentino continua a fare un cinema evocativo attraverso gli ambienti (come ad esempio ne Il Divo), ma lascia da parte il mondo della corruzione dei loschi affari che hanno caratterizzato i suoi film. I pochi dialoghi, le voci deboli e i lunghi silenzi ricordano un po' il cinema nord-europeo, ma c'è una colonna sonora che entra direttamente nel film compenetrandosi in esso e nel suo significato, riempiendo così i vuoti che sono lo sfondo del film. Già il titolo ci fa presagire l'importanza della musica in questo film, esso infatti è un famoso pezzo dei Talking Heads. Il testo di questa canzone ci parla in qualche modo di Cheyenne, descrive ciò che sente, che prova, ciò che le immagine e i dialoghi non riescono ad esprimere. La colonna sonora quindi non entra “nell'azione” come accade nei musical (se non nel momento sublime dell'esibizione di David Byrne, genio dei Talking Heads), ma confluisce nell'architettura narrativa. Non mancano scene divertenti e commoventi, come quella del bambino che vuole cantare This must be the place insieme a Cheyenne; scena emblematica in mezzo al percorso del film.
La regia è un po' discontinua, talvolta lenta e che perde tematiche e sotto-trame lungo il cammino, inoltre ci sono scene che per alcuni potrebbero “essere inutili”. Questo tipo di regia però ha il merito di dare un volto diverso alla narrazione, focalizzandosi su tutto ciò che sta intorno ai fatti stessi, su ciò che sta dentro di noi e non sul creare una storia avvincente. Sean Penn, riesce ad esprimere perfettamente questo guazzabuglio con espressioni convincenti, senza far precipitare il personaggio nello stereotipo della star fallita. Nel complesso un film che inserisce la musica come elemento da assemblare all'ormai rodata capacità di Sorrentino nel ricreare ambientazioni; risulta a volte lento, ma stuzzica la nostra curiosità.

Voto: 7.5/10 

 Il brutto


Scheda Tecnica
Titolo:
This Must Be Place
Regia:
Paolo Sorrentino
Soggetto:
Paolo Sorrentino
Sceneggiatura:
Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
Anno:
2011
Genere:
Drammatico
Interpreti principali:
Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson
Durata:
118 min
Nazionalità:
Italia, Francia, Irlanda
Colore:
Colore

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