Tartarughe Ninja II - Il Segreto di Ooze

Dopo che Shredder è morto e che i membri del Clan del Piede sono finiti tutti in carcere, le Tartarughe Ninja si ritrovano senza un rifugio in cui nascondersi. Mentre i quattro giovani mutanti sono alla ricerca di un nuovo covo, la giornalista April O' Neal indaga sulla TGRI, un'industria chimica che potrebbe aver rilasciato dei rifiuti tossici nei dintorni di New York. Secondo film della serie, Tartarughe Ninja II - Il Segreto di Ooze (traduzione sbagliata, in quanto dovrebbe essere "il Segreto dell'Ooze") abbandona quasi del tutto gli elementi dark e violenti che erano parte integrante del fumetto originale, per trasformarsi in una pellicola tratta dalla serie animata. Le tartarughe sono più preoccupate dalla mancanza di pizza che dal ritorno del Clan del Piede ("Idioti" commenta il maestro Splinter) e i combattimenti diventano una scusa per inserire gag comiche una dietro l'altra, tanto che le tartarughe non usano nemmeno più le loro armi. I cattivi sono dei goffi mutanti dalle limitate capacità intellettive (ricordano i due scagnozzi di Shredder introdotti nel cartone, BeBop e Rocksteady), realizzati in modo non proprio eccelso ma abbastanza ridicoli da strappare qualche risata. In alcuni momenti si scade nel trash vero e proprio, con tanto di combattimento finale interrotto per ballare a ritmo di rap (go ninja go ninja go) e la supermutazione del cattivo che in pratica si sconfigge da solo e fa perdere all'opera molta dell'epicità che aveva lo scontro visto in Tartarughe Ninja alla Riscossa. Un'elemento che secondo me penalizza abbastanza la visione è il doppiaggio, le voci scelte per le quattro tartarughe sono poco adatte e spesso fuori luogo: cosa c'entra Tonino Accolla (il doppiatore di Homer Simpson e Eddie Murphy, per capirci) con Leonardo? Nonostante tutto ciò il film all'epoca ebbe un buon successo commerciale, principalmente grazie ai giovani fan della serie televisiva che ritrovarono in Tartarughe Ninja II gli elementi che l'avevano resa popolare. I fan un po' più grandi invece probabilmente apprezzeranno di più il primo capitolo della saga.
VOTO: 6/10

Il Cattivo.


Scheda tecnica
Titolo:
Tartarughe Ninja II - Il segreto di ooze
Titolo originale:
Teenage Mutant Ninja Turtles II: The secret of the ooze
Regia:
Michael Pressman
Soggetto:
Kevin Eastman, Peter Laird (fumetto)
Sceneggiatura:
Todd W. Langen
Anno:
1991
Genere:
Azione, avventura
Interpreti Principali:
Mark Caso, Michelan Sisti, Leif Tilden, Kenn Scott, Kevin Clash, Paige Turco
Durata:
88 min
Nazionalità:
USA, Hong Kong
Colore:
Colore

Nel Paese delle Creature Selvagge

Max è un ragazzino che sa bene cosa siano la tristezza e la solitudine. Orfano di padre, non riceve dalla sorella e dalla madre le cose di cui avrebbe bisogno – attenzioni dalla prima e educazione dalla seconda. Tutto ciò lo rende estremamente vivace ma dotato di una fervida immaginazione. Una sera, dopo una brusca lite con la madre, scappa di casa e, trovata una barca, naviga verso un luogo popolato da alcune creature molto bizzarre con le quali conviverà per qualche tempo.
Nel paese delle creature selvagge, diretto da Spike Jonze, è tratto da un celebre libro illustrato di Maurice Sendak, che ha seguito da vicino la produzione cinematografica. Eccetto qualche variazione nella trama, la pellicola è molto fedele al libro, pur essendo molto più dilatata. Il romanzo è rivolto prevalentemente ad un pubblico giovane, ma il taglio che Jonze da alla pellicola è decisamente “adulto” e malinconico: la tonalità dominante è il marrone, i colori sono sì caldi, ma spesso aridi e nebulosi; le scene si svolgono spesso al tramonto o di notte; i dialoghi sembrano infantili e leggeri, ma celano pensieri profondi e emozioni forti.
Le creature selvagge si possono leggere come una proiezione dei vari aspetti della vita di Max, il suo carattere, i suoi rapporti, il suo relazionarsi con gli altri. Il giovane protagonista scappa di casa per rifugiarsi in sé stesso; in questo luogo costruisce addirittura una specie di castello dove poi vorrebbe una stanza segreta solo per lui, come a volersi isolare ancora di più, ma la vena di malumore che pervade silenziosamente tutto il film ci ricorda che prima o poi Max dovrà tornare a casa.
Unica pecca dell’opera è un discreto calo di ritmo nella parte centrale, un po’ di ripetitività e qualche rallentamento di troppo affievoliscono leggermente un lavoro altrimenti impeccabile. Poco male: a risollevare il tutto c’è un’ottima recitazione dell’undicenne Max Records e una colonna sonora composta appositamente per il film dalla cantante degli Yeah Yeah Yeahs, in collaborazione con altri musicisti, sotto lo pseudonimo di Karen O and the Kids.

VOTO: 8/10

Il Buono


Scheda Tecnica
Titolo:
Nel paese delle creature selvagge
Titolo Originale:
Where thw wild things are
Regia:
Spike Jonze
Soggetto:
Maurice Sendak (romanzo illustrato)
Sceneggiatura:
Spike Jonze, Dave Eggers
Anno:
2009
Genere:
Avventura, drammatico, fantasy
Interpreti Principali:
Max Records, Catherine Keener
Doppiatori Originali:
James Gandolfini, Paul Dano, Catherine O’Hara, Forest Whitaker, Chris Cooper, Lauren Ambrose
Durata:
101 min
Nazionalità:
USA, Australia, Germania
Colore:
Colore

The Lady - L'amore per la Libertà

Aung San Suu Kyi è un personaggio del nostro tempo di estrema importanza. Di fronte alla crisi finanziaria del mondo occidentale e alle paure che ogni giorno ci attanagliano, abbiamo un esempio di forza e di amore in un paese che lotta per la democrazia, per la libertà di pensiero e di espressione. Sicuramente una situazione che vale la pena di conoscere ed approfondire.
Stupisce un po' vedere che a trattare questo tema sociale sia Luc Besson, reso famoso da film più movimentati come Lèon oppure Nikita e che negl'ultimi lavori si è dedicato all'animazione.
The Lady altro non è che la biografia della complessa vita di Aung San Suu Kyi. Il film si apre con un avvenimento molto importante: l'assassinio del padre di Suu. Quest'ultimo è un generale in lotta per l'indipendenza della Birmania che in seguito al suo assassinio diventerà il simbolo della lotta al potere. Dopo questa scena il film salta all'età adulta di Suu, già sposata, con due figli e trasferita ad Oxford in Inghilterra. Per una grave malattia della madre, Suu deciderà di tornare in Birmania. Travolta dagli eventi che si scateneranno, Suu accetterà di combattere contro il potere assolutista Birmano, sacrificando così quasi completamente la sua vita privata e la sua famiglia.
Ed è su questo duplice binario che si muove il film: quello della ferma sostenitrice dei diritti umani e quello della fragile moglie e madre. La prima parte è più orientata verso l'attività politica della donna e sull'entusiasmo degli ideali. Invece nella seconda parte il film svolta più sul piano personale e drammatico della sua vita, ridimensionando il ritmo e la morale dell'opera.
La regia è discreta, meglio nella fase iniziale in cui c'è maggiore azione (girata molto bene la scena dell'uccisione del padre), un po' meno brillante nella seconda. Molto buono l'aspetto emotivo. Luc Besson prova a dare un immagine a tutto tondo di Suu, riuscendo a descriverne la complessità, ma non riuscendo a contestualizzarla. Ottima la recitazione sia da parte di Michelle Yeoh nei panni di Suu, che di David Thewlis nei panni del marito Michael Aris.
Suu ha dovuto rinunciare a coloro che amava di più per la sua patria e per l'affermazione dei diritti fondamentali; è stata insignita del premio nobel ma non ha potuto ritirarlo perché era agli arresti domiciliari. Ha dovuto fare scelte molto difficili, ma non ha mai abbandonato la sua causa. Spontaneamente viene da chiedersi, come ha fatto? Chi glielo ha fatto fare? E ci si immedesima nella sua situazione, capendo che chi decide di lasciare la sua vita per migliorare il mondo in cui viviamo merita una profonda ammirazione e un'immensa riconoscenza. Sono le persone e la loro forza a poter innescare un cambiamento.

Voto: 7/10

Il Brutto


Scheda Tecnica
Titolo:
The Lady - L'amore per la Libertà
Regia:
Luc Besson
Sceneggiatura:
Rebecca Frayn
Anno:
2011
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Michelle Yeoh, David Thewlis
Durata:
132 min
Nazionalità:
Francia, Regno Unito
Colore:
Colore

Marrakech Express


Siamo sul finire degli anni ottanta quando Marco incontra Teresa, una giovane che dice di essere la fidanzata di Rudy, suo vecchio amico ai tempi dell'università. Teresa gli spiega che Rudy è finito in carcere a Marrakech per possesso di droga, e che servono trenta milioni di lire per corrompere il giudice ed evitare vent'anni di reclusione. Marco perciò raduna il vecchio gruppo di amici, formato da Ponchia, Paolino e Cedro, per poter raccogliere la somma necessaria e portarla in Marocco di persona. Ovviamente il viaggio non sarà privo di inconvenienti, e il gruppo avrà modo di rivivere bei momenti del passato e di rinsaldare quella che una volta era una grande amicizia. Terzo film di Gabriele Salvatores, Marrakech Express è, come avrete capito, una storia di amici, di vecchie compagnie divise dalla vita, di nostalgia e di cambiamenti. Dopo aver frequentato l'università insieme i protagonisti si sono separati, e ora, dopo dieci anni di distanza, si riincontrano. Molte cose sono cambiate, e tra vecchi astii, ricordi delle partite di calcio giocate insieme e la riscoperta di parti di sé che si pensava scomparse, il pubblico entra a far parte della compagnia, riconoscendosi nei personaggi e divertendosi con loro. Salvatores confeziona un buon road movie che ci fa attraversare paesaggi dai colori caldi e sgargianti, mostrandoci usanze esotiche e stili di vita molto lontani dal nostro, nonostante la vicinanza geografica. Il paesaggio è infatti uno dei protagonisti di questa pellicola, e il regista lo sottolinea in continuazione, sia con inquadrature dedicate, sia durante le scene che mostrano la compagnia che cerca affannosamente di raggiungere la meta: spesso infatti i personaggi sono spostati verso un lato dello schermo, per poterci far vedere al meglio la maestosità del deserto, o la caoticità cittadina di Marrakech. Tra scene memorabili (emblematica è la partita Italia - Marocco, citata anche da Aldo, Giovanni e Giacomo in Tre Uomini e una Gamba) e momenti di riflessione che si inseriscono perfettamente nella movimentata trama, Marrakech Express scorre velocemente, lasciando allo spettatore una bella sensazione di calore e amicizia. Velati da un piccola dose di malinconia però.
VOTO: 7/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica 
Titolo:
Marrakech Express
Regia:
Gabriele Salvatores
Soggetto:
Umberto Contarello, Carlo Mazzacurati, Enzo Monteleone
Sceneggiatura:
Umberto Contarello, Carlo Mazzacurati, Enzo Monteleone
Anno:
1989
Genere:
Commedia
Interpreti Principali:
Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Cristina Marsillach, Giuseppe Caderna, Gigio Alberti, Massimo Venturiello
Durata:
107 min
Nazionalità:
Italia
Colore:
Colore