In Time

In un futuro non molto diverso dal presente, la scienza ha eliminato l’invecchiamento e la crescita delle persone si ferma a 25 anni. Tuttavia, per eliminare il problema della sovrappopolazione, raggiunti i 25 anni anni parte un countdown, scandito da un orologio cutaneo, alla fine del quale si è destinati a morire. Il tempo quindi sostituisce il denaro: lo si può guadagnare, rubare, oppure lo si può vendere ad un altissimo tasso d’interessi, permettendo così ai ricchi di arricchirsi sempre di più, diventando praticamente immortali, ed ai poveri di vivere alla giornata, senza speranza di un domani. In questo scenario, il giovane Will Salas – sono tutti giovani, anche se alcuni hanno oltre un secolo – avrà l’occasione di improvvisarsi moderno Robin Hood rubando tempo ai ricchi per darne ai poveri.
Il messaggio del neozelandese Andrew Niccol, che ha scritto e diretto il film, è evidente: durante la storia più di una volta il tempo viene esplicitamente paragonato al denaro (anche se in questo futuro il denaro non esiste più), ma la precisazione è inutile, si capisce da subito che la critica del regista è rivolta alla società contemporanea, nello specifico, alla distribuzione delle ricchezze.
Il soggetto di In time è davvero molto interessante, peccato però che non venga sfruttato bene. Dalla regia alla recitazione, il film, per quanto ben fatto, risulta un po’ fiacco. Dire che annoia forse è un po’ esagerato, ma non riesce a catturare troppo chi guarda. Ha il pregio di non essere una  pellicola esagerata; ma se da un lato non è un’americanata (il regista, ricordo, è neozelandese), dall’altro non osa neanche più di tanto. I contenuti sono poco approfonditi, alcune scene risultano ripetitive e c’è qualche buco a livello di sceneggiatura.
Gli attori sono tutti poco incisivi: Justin Timberlake, Amanda Seyfried e Cillian Murphy, protagonisti della pellicola, offrono un’interpretazione poco convincente; molto più efficaci Olivia Wilde e Vincent Kartheiser, che però hanno parti secondarie.
È un vero peccato vedere idee così interessanti sviluppate appena, come se, una volta trovato il soggetto innovativo, poi non si ritenga necessario approfondirlo. Tanto valeva fare un cortometraggio!

VOTO 6 meno meno/10

Il Buono


Scheda Tecnica
Titolo:
In Time
Regia:
Andrew Niccol
Sceneggiatura:
Andrew Niccol
Anno:
2011
Genere:
Fantascienza, azione
Interpreti Principali:
Justin Timberlake, Amanda Seyfried, Cillian Murphy, Olivia Wilde, Vincent Kartheiser
Durata:
109 min
Nazionalità:
USA
Colore:
colore

Star Wars: Episodio I - La Minaccia Fantasma

Per protestare contro la tassazione delle rotte commerciali la Federazione dei Mercanti crea un blocco attorno al pacifico pianeta Naboo. Per risolvere questa crisi il cancelliere della Repubblica invia due ambasciatori Jedi per trattare con i capi della Federazione, ma i due cavalieri si troveranno ad affrontare qualcosa di più oscuro ed elusivo. Con La Minaccia Fantasma George Lucas pone il primo mattone che formerà le fondamenta dell'universo di Star Wars: si tratta infatti del primo di tre prequel usciti a vent'anni di distanza dalla trilogia originale. Dopo così tanti anni di attesa c'erano molte aspettative da deludere, e difatti i fan hanno accolto l'episodio I con diffidenza e parecchie critiche. Anche secondo me questo capitolo è il più debole della saga, ma i difetti che si trovano ne La Minaccia Fantasma non sono né più né meno che quelli che si trovano in ogni episodio di Star Wars, solo molto accentuati: la recitazione non proprio eccelsa (complice anche l'uso massiccio di computer grafica che rende difficile agli attori relazionarsi con personaggi che non esistono concretamente), astronavi e armi che sembrano messe lì per vendere più giocattoli possibili, rapporti tra i personaggi ingenui o poco profondi, continue strizzate d'occhio al pubblico più giovane, con personaggi a dir poco ridicoli che hanno lo scopo di divertire i bambini. Il film di per sè risulta poco equilibrato, con una prima parte quasi noiosa con elementi politici che sono trattati in modo fin troppo complesso per una pellicola del genere, per poi passare all'azione sfrenata (la corsa dei Podracer è emozionante anche dopo varie visioni) che coinvolge un antipatico bambino ("Yippeee") che, non sembrerebbe, ma sarà il futuro Darth Vader. Non dimentichiamo anche Jar Jar Binks, forse il personaggio più odiato della saga, che con la sua comicità infantile mette a dura prova la sopportazione dello spettatore. Quello che molti non pensano quando sparano tutte queste critiche (che sono comunque valide) è che, come dice il titolo, questo è solo l'episodio I. Star Wars è una mega storia divisa in capitoli per comodità, ma che vista nella sua completezza, e sforzandosi di non avere una visione troppo seriosa (Geoge Lucas in fondo è un bambinone) perde buona parte dei suoi difetti. La Minaccia Fantasma non è un capolavoro, e se si inizia a vedere la serie da questa pellicola si rischia di non rimanere molto colpiti, ma fidatevi ed andate avanti, potrete apprezzare molto di più l'opera dopo aver seguito tutta la storia.
VOTO: 6,5/10

P.S. È ora nei cinema la conversione in 3D di questo episodio (con anche qualche modifica agli effetti speciali, Yoda in computer grafica invece che in pupazzo, ad esempio). Non sarà un cambiamento rivoluzionario, ma il 3D è molto adatto ad una pellicola del genere, e non risultando troppo invadente dona qualcosa in più alla visione. Cercate di andare a vederlo, così anche gli altri episodi verrano riproposti al cinema.

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Star Wars: Episodio I - La Minaccia Fantasma
Titolo originale:
Star Wars Episode I: The Phantom Menace
Regia:
George Lucas
Sceneggiatura:
George Lucas
Anno:
1999
Genere:
Fantascienza, azione, avventura
Interpreti Principali:
Liam Neeson, Ewan McGregor, Natalie Portman, Jake Lloyd
Durata:
133 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Porco Rosso

Marco Bagot è un formidabile pilota di idrovolanti al servizio dell’aviazione militare italiana. In seguito ad un incidente avvenuto durante la Prima guerra mondiale, a causa di una sorta di maleficio di cui si sa poco o nulla, assume le sembianza di un maiale. Questo nuovo aspetto lo costringe a ritirarsi dalla carriera militare e a diventare un cacciatore di taglie. Così Porco Rosso, questo il suo soprannome, usa la sua bravura per ostacolare le scorribande dei pirati del cielo; bande di predoni che, come lui, viaggiano su degli idrovolanti.
Porco Rosso è un film d’animazione del 1992 – e che in Italia è uscito, udite udite, ben 18 anni dopo – diretto dal celebre Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli. Quando ho sentito parlare molto bene di questo film, nonostante la fonte fosse più che attendibile, non ero del tutto convinto, un po’ perché da qualche tempo non nutro più un certo interesse per il mondo dei manga e degli anime e un po’ perché non conoscevo niente di Miyazaki… proprio quest’ultimo motivo, e il fatto che ho sempre sentito parlare bene del regista nipponico mi hanno spinto a guardare quest’opera, e rimanere deluso sarebbe stato davvero difficile! Ma ai fini della recensione queste informazioni sono inutili.
Miyazaki ci da una sua visione dell’Italia tra le due guerre: che riuscisse a ricreare perfettamente un’atmosfera italiana era impossibile (forse neanche voluto), ma quel tocco di dolcezza tipica della poetica orientale non guasta affatto, anzi…
Nonostante l’apparente frenesia della trama, il film risulta leggerissimo, quasi onirico; persino le scene più movimentate non escono mai dalle righe. Da sottolineare che il film lascia spazio anche ad un lato più sentimentale: nonostante il suo aspetto, Porco evoca un certo fascino nelle donne e il suo relazionarsi con i sentimenti è parte integrante dell’opera.
La trama è lineare ma molto articolata e mai noiosa; i personaggi sono tutti interessanti, ben caratterizzati e non escono dai loro ruoli. Interessante però vedere come non ci sia una distinzione netta tra buoni e cattivi; i pirati in fin dei conti sono dei bonaccioni anche un po’ tonti, che difficilmente resteranno antipatici allo spettatore.
Un film dai molteplici contenuti, anche nascosti talvolta, che si schiera, nella figura di Porco, contro ogni regime totalitario – “Meglio maiale che fascista”, dirà il protagonista ad un suo vecchio compagno d’armi –, elogiando la libertà, da leggere nel volo tra cielo e acqua. 

VOTO: 8,5/10

Il Buono


Scheda Tecnica
Titolo:
Porco Rosso
Titolo Originale:
Kurenai no buta
Regia:
Hayao Miyazaki
Sceneggiatura:
Hayao Miyazaki
Anno:
1992
Genere:
Animazione, avventura, fantasy
Durata:
94 min
Nazionalità:
Giappone
Colore:
Colore