The Avengers

Dopo essere stato sconfitto dal fratello Thor, Loki ha passato il suo tempo meditando vendetta, e ora grazie all'aiuto di un potente esercito fornitogli da un misterioso alieno intende invadere la Terra per dimostrare la sua superiorità. Resosi conto del grave pericolo, Nick Fury, direttore dello S.H.I.E.L.D., decide di rispolverare il progetto Avengers, riunendo i più straordinari supereroi del pianeta e facendoli combattere per il bene comune. Dopo molta attesa e numerosi film che hanno fatto da premessa (Iron Man, Iron Man 2, Captain America - Il primo Vendicatore, Thor), finalmente arriva sul grande schermo l'opera dedicata al potente gruppo di eroi nati in casa Marvel. Le aspettative erano altissime, e il progetto non era dei più facili, ma bisogna dirlo: il regista Joss Whedon è riuscito pienamente in uno dei lavori più complicati degli ultimi anni. Far convivere in un unico film così tanti personaggi con così tante storie alle spalle, senza tralasciarli o senza dare più spazio ad uno o all'altro è un'impresa che ancora adesso, a varie ore dalla visione, faccio fatica a credere possibile. Eppure è così, e Whedon ha trovato l'equilibrio giusto, collegando ogni personaggio agli altri in modo coerente e dando a tutti il giusto spazio. Per più di metà pellicola assistiamo alla formazione dei Vendicatori, allo scontro tra le diverse personalità e alla presentazione (in breve ovviamente, se volete sapere tutto dovete vedere gli altri film) dei vari background che hanno portato ogni personaggio ad essere quello che è. Ma non aspettatevi un film noioso e incentrato sui dialoghi, perché The Avengers è tutt'altro, e le scene d'azione sono inserite in modo da non far calare mai l'attenzione, e sono sempre avvincenti e ben costruite. Ma se quello che vedrete nella prima metà vi sembrerà esaltante, aspettate la seconda parte: dal momento in cui l'esercito di Loki invade New York non ci sarà più un attimo di pace e l'azione prenderà il sopravvento, mostrandoci i Vendicatori finalmente uniti e liberi di dimostrare al mondo di cosa sono capaci, in un mega combattimento che chiamare epico è dir poco. Il cast è ormai consolidato, dato che praticamente ognuno è già comparso nello stesso ruolo in almeno un altro film, e la new entry Mark Ruffalo (che sostituisce Edward Norton) riesce a dare un'ottima interpretazione di un Bruce Banner rassegnato ma allo stesso tempo molto arrabbiato e di un Hulk che spacca, in ogni senso. Da buon appassionato Whedon ha inserito qua e là riferimenti e citazioni alle storie a fumetti sia dell'universo Ultimate che del vecchio universo Marvel e anche ai film precedenti (tra cui una scena dopo i titoli di coda che lascia presagire un sequel), riferimenti che renderanno la visione ancora più divertente per tutti i fan. Volendo trovare qualche difetto si potrebbe parlare di una colonna sonora che avrebbe potuto essere un po' più epica e memorabile, o del design dei nemici che risulta un po' troppo fantasy, ma di fronte a personaggi ottimamente caratterizzati, dialoghi divertenti e ben scritti, scene d'azione esaltanti ed effetti speciali al massimo delle loro possibilità, quei piccoli particolari negativi si annullano, e The Avengers ci lascia solo la sensazione di aver visto uno dei migliori film di supereroi mai prodotto.
VOTO: 8,5/10

Il Cattivo.



Scheda tecnica
Titolo:
The Avengers
Regia:
Joss Whedon
Soggetto:
Marvel Comics (fumetti)
Sceneggiatura:
Joss Whedon
Anno:
2012
Genere:
Fantascienza, azione, supereroi
Interpreti Principali:
Rober Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Tom Hiddleston, Samuel L. Jackson, Clark Gregg
Durata:
143 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Diaz - Don't Clean Up This Blood

Avevo visto il trailer e mi sono convinto che poteva essere un film interessante. Il tema trattato è un argomento caldo e quindi era interessante capire come il regista aveva deciso di affrontarlo. Non ho ricercato altre informazioni e sono andato a vederlo con relativa nonchalance.
Il risultato è stato una piacevole sorpresa.
La trama è composta da un intreccio che vede interagire fra loro diversi personaggi: Luca (Elio Germano) è un giornalista della Gazzetta di Bologna; Marco, organizzatore del Genoa social forum, insieme ad Alma si occupa di rintracciare le persone disperse; Etienne e Cecile sono due agitatori che hanno partecipato alle devastazioni della città. Max (Claudio Santamaria) è un vicequestore che preferisce evitare gli scontri inutili. Questi ed altri personaggi si mescolano in un complesso intreccio che parte con un'intimidazione da parte di manifestanti più estremi e black block ad una macchina della polizia, di fronte alla scuola Diaz. La polizia potrà quindi utilizzare un cavillo legislativo che gli permetterà di introdursi all'interno della scuola per fare una "perquisizione". Peccato che questa perquisizione diventerà qualcosa di ben diverso, una violenta e sanguinosa aggressione che proseguirà anche successivamente nel carcere di Bolzaneto. Il film si concentra nella narrazione dei fatti accaduti cercando di trasmetterli il più fedelmente possibile, eliminando la finzione cinematografica come espediente per ammorbidire il messaggio. Le scene sono tragicamente molto vicine alla realtà, sono dirette e in molti momenti difficili da guardare. Sono sequenze che non possono lasciare indifferenti.
Non traspare una presa di posizione pregressa, gli eventi stessi smuovono la nostra coscienza nel profondo abbattendo le barriere delle ideologie e dei ruoli istituzionali. Il film si colloca prima di tutto su un piano umano, creando nello spettatore un empatia profonda con coloro che hanno subito violenza e una rabbia viscerale verso chi la commette. La maestria di Vicari però si percepisce nell'equilibrio con cui rappresenta le varie “fazioni”, ritraendole nella loro eterogeneità. Ci sono buoni fra i cattivi e cattivi fra i buoni come in un tao.
Ciò che rende ancor più pregevole questo film è la quantità esorbitante di temi messi sul tavolo. Oltre il piano personale, diversi livelli sovrapposti si aggrovigliano per creare una matassa estremamente complessa e ineluttabile. Essa rappresenta il nostro attuale stato sociale, in cui le decisioni sono prese lontano, fuori dalla cognizione di causa, dalla realtà. Prepotentemente si fa largo la domanda: Com'è possibile che sia accaduto? E' incredibile come in uno stato che si dichiara democratico possa esserci una completa violazione dei diritti umani. Direttamente collegato a questo concetto ci si chiede come mai i media fino ad oggi non siano mai riusciti a mettere un po' di chiarezza su quanto accaduto. Ci si chiede come mai nessuno si sia preso delle responsabilità o abbia chiesto scusa. Come mai su più di 300 poliziotti che parteciparono all'azione solo 29 vennero processati e 27 condannati per lesioni, falso in atto pubblico e calunnia, reati in gran parte prescritti.
Durante la visione, sono sconvolgenti le analogie riscontrate con la violenza del periodo nazista (ad esempio nella scena in cui gli arrestati vengono segnati sulla guancia con una x). Oltre a questa funzione temporale passata il film ne ha anche una futura; chi ci dice che ciò non potrebbe accadere ancora oggi? Ad esempio con il movimento notav?
Queste e moltissime altre sono le domande che direttamente o indirettamente solleva il film, svolgendo soprattutto l'importantissima funzione di ridare visibilità ad un avvenimento recente (solo 10 anni sono passati) ma troppo spesso minimizzato. Di fronte a queste domande così importanti, sembra emergere in maniera sempre più esasperata che i sistemi a cui facciamo capo siano in crisi e non siano più in grado di rispondere ai nostri bisogni. Se si rischia sempre più spesso di ottenere questi risultati c'è la necessità di ripensare completamente le istituzioni e i loro poteri.
Film Consigliatissimo.

Mi permetto una piccola postilla (anche se sono già stato lungo...) dicendo che purtroppo questo film ha sollevato con la sua uscita un sacco di polemiche che reputo fuori luogo. Ricordando che questi è prima di tutti un film, ovvero un opera “artistica” e non uno strumento giornalistico (per lo meno non in senso stretto) che debba dare tutte le risposte alle domande che si cercano.

Voto: 8.5/10

Il Brutto

Scheda Tecnica:
Titolo:
Diaz - Don't Clean Up This Blood
Regia:
Daniele Vicari
Soggetto:
Daniele Vicari
Sceneggiatura:
Daniele Vicari, Laura Paolucci
Anno:
2012
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Claudio Santamaria, Elio Germano, Jennifer Ulrich
Durata:
127 min
Nazionalità:
Italia, Francia, Romania
Colore:
Colore

This is Spın̈al Tap

Questa recensione vi è presentata in DOUBLY.

Il famoso regista di documentari Marty DiBergi segue gli Spın̈al Tap, leggendaria rock band che ha raggiunto i vent'anni di carriera, lungo il loro ultimo tour nel Nord America, per mostrare al pubblico com'è veramente la vita della rockstar. Il fatto è che questo non è un documentario, ma un mockumentario. La differenza è semplice, il mockumentario infatti è finto: Marty DiBergi e soprattutto gli Spın̈al Tap non esistono. Eppure questo film, girato come fosse vero, facendo satira sui cliché classici della musica rock (sesso, droga, abiti appariscenti, ma anche chitarristi egocentrici e fidanzate che portano scompiglio nella band) mostra più verità di quanta potrebbe mostrarne un documentario serio. This is Spın̈al Tap è talmente realistico che molte personalità della musica rock si sono riconosciute nei momenti che il regista Rob Reiner (quello vero) e i tre attori principali (veri musicisti, tra l'altro) portano su pellicola. Tra dimostrazioni di idiozia (tristemente realistica, per quanto caricaturale) e situazioni assurde in cui si cacciano i protagonisti, This is Spın̈al Tap si dimostra uno dei più divertenti film che parlano di musica, diventando un precursore del genere mockumentary e una fonte di ispirazione per molti (lo sapevate che la copertina del Black Album dei Metallica è un omaggio a Smell the Glove degli Spın̈al Tap?), riuscendo nel contempo a piazzare qua e là anche qualche (amara) riflessione sullo stato della musica attuale, sulle case discografiche che sfruttano i propri artisti fino a che non passano di moda e sugli artisti stessi che spesso mostrano poca serietà ("Mi ispiro molto a Bach e a Beethoven… Questa canzone si chiama Lecca la mia Pompa dell'Amore"). Il film non si trova in italiano, ma poco male, penso sia uno di quei film che guadagnano punti grazie alla lingua originale e a dei buoni sottotitoli che danno ancora più l'impressione si tratti di un vero documentario.
VOTO: 7,5/11 (si, arriviamo fino ad undici anche noi!)

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
This is Spın̈al Tap
Regia:
Rob Reiner
Sceneggiatura:
Christopher Guest, Michael McKean, Harry Shearer, Rob Reiner
Anno:
1984
Genere:
Documentario, Mockumentario, Commedia, Musicale
Interpreti Principali:
Rob Reiner, Michael McKean, Christopher Guest, Harry Shearer
Durata:
82 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Romanzo di una Strage

Alle 16:37 del 12 dicembre 1969, in Piazza Fontana, nel centro di Milano, nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, l’esplosione di una bomba causa poco meno di una ventina di morti e altre decine di feriti. È l’inizio di un periodo cupo e nebuloso della storia d’Italia: quel periodo che vedrà decine di morti, vittime di attacchi terroristici, molti dei quali, ancora oggi, non hanno colpevoli.
Raccontare la trama di questo film sarebbe come trascrivere un capitolo buio della storia italiana e per ovvie ragioni questo non è fattibile. Riassumendo, Romanzo di una strage racconta il periodo che va dalla fine del ’69 al maggio del’72, quando fu ucciso Luigi Calabresi, il commissario incaricato di indagare sulla strage di Piazza Fontana, uno dei protagonisti di questa triste storia, insieme all’anarchico Giuseppe Pinelli – morto cadendo da una finestra della questura di Milano, in circostanze ancora sconosciute –, al ministro degli esteri Aldo Moro, al presidente della repubblica Saragat, a Pietro Valpreda e a molte altre persone.
Il  film di Marco Tullio Giordana è ben cucito e rifinito. Un’opera che riesce a rimanere piuttosto sobria e leggera, nonostante i fatti narrati. La fotografia è pulita; le riprese sono misurate. Anche se non ho vissuto in prima persona quelle vicende, né quelle dei successivi vent’anni, posso affermare che il film riesce a creare un clima presumibilmente non dissimile da quello che si respirava all’epoca (interessante la dichiarazione del regista che lo vede, diciottenne, a bordo di un tram a poche centinaia di metri da Piazza Fontana, al momento della strage). La sceneggiatura risulta ben confezionata, specie dialoghi e monologhi riservati al personaggio di Aldo Moro.
Ottima anche la recitazione: tra i numerosi volti noti del cinema italiano, citiamo Valerio Mastandrea (Calabresi), Pierfrancesco Favino (Pinelli), Michela Cescon, Fabrizio Gifuni e Thomas Trabacchi. Tra tutti gli attori davvero degni di nota, chi stona è Laura Chiatti, nei panni della moglie di Calabresi, la cui recitazione, vuoi per il personaggio in sé, m’è sembrata un po’ frivola e forzata.
Romanzo di una strage è un’opera che racconta dei fatti oggi quasi dimenticati, se non del tutto ignoti, e lo fa sì in modo asciutto, senza troppi giri di parole, ma senza tralasciare l’aspetto emozionale, riuscendo a trasmettere i sentimenti, le paure, le incertezze di quei personaggi che hanno scritto un pezzo di storia del nostro Paese.

VOTO: 8/10

Il Buono

Scheda Tecnica
Titolo:
Romanzo di una strage
Regia:
Marco Tullio Giordana
Soggetto:
Paolo Cucchiarelli (libro Il segreto di Piazza Fontana)
Sceneggiatura:
Marco Tullio Giordana, Sandro Petragli, Stefano Rulli
Anno:
2012
Genere:
Storico, drammatico
Interpreti Principali:
Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Laura Chiatti, Michela Cescon, Fabrizio Gifuni, Thomas Trabacchi, Luigi Lo Cascio, Omero Antonutti
Durata:
129 min
Nazionalità:
Italia, Francia
Colore:
Colore

Burn After Reading - A Prova di Spia

Cosa succede quando un agente della CIA viene licenziato perché ha problemi con l'alcol? Semplice, succede che un'impiegata di una palestra che vuole ad ogni costo degli interventi di chirurgia plastica trovi un cd con informazioni riservate ed inizi un gioco pericoloso con il suo proprietario, che è proprio Osbourne Cox, l'agente della CIA di cui si parlava prima. Non vedete il nesso tra gli eventi? Bè, i Coen sì, e ci presentano quindi il film più ingarbugliato della loro lunga filmografia. Ad una prima visione infatti Burn After Reading sembra un intreccio di situazioni che non c'entrano niente l'una con l'altra, di personaggi assurdi che non si conosco ma che finiranno per incontrarsi e causare sconvolgimenti nella vita altrui e nella propria. Come in ogni film dei Coen le scelte stupide dei protagonisti portano a situazioni che sfuggono al controllo, ma questa volta questo concetto è portato alle sue estreme conseguenze: ora neppure gli spettatori riescono a capire quello che sta succedendo, o dove porterà tutto ciò che vedono. I fratelli registi bucano lo schermo ed entrano nella testa degli spettatori con una storia a prova di bomba e facendoci capire che Osbourne, Chad, Linda e tutti gli altri, per quanto assurdi, sono persone comuni come noi ("Tu rappresenti l'idiozia del mondo d'oggi"), e quello che accade a loro non è così straordinario come sembra. E in un mondo dove la voglia di apparire accieca la razionalità, in un film di spionaggio (perché è di questo che si tratta alla fine, sempre filtrato dall'occhio dei Coen) dove sono le spie ad essere spiate, niente segue più un filo logico e tutto si intreccia, tanto da necessitare più di una visione per avere una comprensione soddisfacente della vicenda. Forse Burn After Reading non è il più accessibile dei film dei Coen, ma di sicuro è uno di quelli più riusciti a livello di scrittura, e grazie anche al grande cast (tutti sopra le righe, Brad Pitt e George Clooney in particolare) risulta un film da vedere ed apprezzare.
VOTO: 7,5/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Burn After Reading - A Prova di Spia
Titolo Originale:
Burn After Reading
Regia:
Ethan Coen, Joel Coen
Sceneggiatura:
Ethan Coen, Joel Coen
Anno:
2008
Genere:
Commedia, drammatico
Interpreti Principali:
Brad Pitt, George Clooney, John Malkovich, Tilda Swinton, Frances McDormand
Durata:
96 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore