Looney Tunes: Back in Action

Daffy Duck, stanco di essere la spalla del più famoso Bugs Bunny, decide di lasciare la Warner Bros, causando non pochi problemi al povero DJ Drake, una delle guardie degli studios. Ma quando si viene a scoprire che il padre di DJ è una spia e che è stato rapito dal malvagio capo della ACME, il ragazzo, Daffy, Bugs e l'altezzosa Kate, segretaria dei boss della Warner, partiranno per una rocambolesca avventura per cercare di salvarlo. Deluso da Space Jam, nei primi anni 2000 Joe Dante decide di prendere in mano la situazione e dirigere il nuovo film dei Looney Tunes, cercando di ricreare lo spirito originale della serie che secondo lui si era perso con il film precedente. Via i campi da basket in favore di una storia avventurosa che può così mettere in risalto le gag dei molti personaggi grazie ad una serie di ambienti più eterogenei possibili. E quindi eccoci negli studios della Warner, e poi nel deserto, a Parigi, nello spazio, nella giungla, tanto che più che a un film sembra di trovarsi di fronte ad un videogioco, con vari scenari da completare e un nemico da sconfiggere a fine livello. La scelta però funziona, e la pellicola mantiene un buon ritmo e un buon livello di divertimento per tutta la durata, nonostante una storia non molto originale e poco avvincente. Quello che tiene unito il tutto sono le gag, che l'esplosiva coppia Bugs Bunny-Daffy Duck spara a profusione, aiutati dall'antagonista del momento, tra cui spiccano Wile Coyote e Taddeo (quest'ultimo protagonista di una sequenza da antologia all'interno del Louvre, anzi all'interno delle opere esposte al Louvre!). Altro punto forte del film sono le tipiche citazioni e omaggi che Dante inserisce in tutti i suoi lavori, citazioni che lo spettatore più cinefilo si divertirà a trovare, ma che sapranno far divertire anche tutti gli altri, grazie a cammei e comparsate eccellenti. Gli effetti speciali non sono sempre il massimo, soprattutto nell'interazione tra cartoni animati e attori in carne ed ossa, ma fanno il loro lavoro senza troppe pretese. Looney Tunes: Back in action non è certamente il miglior film a tecnica mista della storia, ma saprà far divertire i più piccoli, facendo scappare qualche risata anche ai grandi, ma senza fare più di tanto per meritare una seconda visione.
VOTO: 6/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Looney Tunes: Back in action
Regia:
Joe Dante
Sceneggiatura:
Larry Doyle
Anno:
2003
Genere:
Commedia, animazione
Interpreti Principali:
Brendan Fraser, Jenna Elfman, Joe Alaskey, Steve Martin, Timothy Dalton
Durata:
91 min
Nazionalità:
USA, Germania
Colore:
Colore

Boiling Point - I Nuovi Gangster

Masaki è un ragazzo silenzioso che lavora in una stazione di servizio e nel tempo libero gioca, senza tanto successo, a baseball. Reagendo violentemente ai soprusi di un membro della yakuza che si lamentava del suo lavoro scadente, Masaki scatena l'ira della mafia locale, ira che nemmeno i tentativi di riappacificazione del suo allenatore (ex membro della yakuza) riescono a placare. Deciso a vendicarsi dei maltrattamenti subiti il ragazzo parte per Okinawa con un amico per procurarsi delle armi, ma lì incontrerà Uehara, boss della malavita dai comportamenti psicopatici e violenti che prenderà in simpatia i due e li porterà con sé durante le sue scorribande. Secondo film di Takeshi Kitano, Boiling point - I nuovi gangster, è un lunghissimo (forse anche troppo) passo avanti nello stile del regista giapponese: dopo l'esordio con Violent cop, un poliziesco anomalo ma abbastanza lineare basato su una sceneggiatura già esistente, questa volta Kitano parte da zero e scrive di proprio pugno la storia. Boiling point è una pellicola che ci mostra fin da subito quello che dobbiamo aspettarci, aprendo con delle riprese silenziose, evitando l'uso di musiche e presentandoci un protagonista che avrebbe potuto essere più silenzioso solo se fosse stato muto (dirà si e no dieci parole in tutto il film). Il silenzio è uno degli elementi fondamentali per Kitano, che unito a molte riprese in cui non succede praticamente niente (ma non per questo brutte, anzi risultano spesso poetiche e bellissime da vedere) contribuisce a rendere questo film uno dei più lenti che abbia mai visto. Nemmeno dopo l'ingresso in scena dello psicopatico Uehara le cose cambiano, nonostante l'aumento della quantità di azioni violente. Kitano fa di tutto per annullare la tensione, tra scene lunghissime in cui i personaggi giocano a baseball su una magnifica spiaggia lasciando in sospeso le vicende principali e flashforward che ci mostrano quello che sta per succedere, eliminando l'effetto sorpresa. Lo spettatore è così portato a chiedersi per tutto il film a cosa porterà questa storia, e soprattutto se porterà a qualcosa, o se il regista abbia solo voluto creare un'opera che imitasse il più possibile la vita reale. Anche la scena finale contribuisce al senso di straniamento e al creare dubbi nella testa di chi guarda: è successo davvero? È stato solo un sogno ad occhi aperti? Dal punto di vista tecnico Kitano non delude, e ci offre alcune delle inquadrature più belle e anomale che si siano mai viste in un film che parla di gangster, dei movimenti di macchina che aiutano a sottolineare l'(in)espressività del protagonista e dei momenti molto profondi nonostante la mancanza di parole. Boiling point non è un film per tutti, data la sua pesantezza, le ampie digressioni nella trama e i personaggi atipici, ma chi troverà il tempo per capirlo e apprezzarlo non rimarrà deluso.
VOTO: 7,5/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica 
Titolo:
Boiling Point- I nuovi gangster
Titolo Originale:
3-4 X jūgatsu
Regia:
Takeshi Kitano
Soggetto:
Takeshi Kitano
Sceneggiatura:
Takeshi Kitano
Anno:
1990
Genere:
Azione, Noir
Interpreti Principali:
Masahiko Ono, Takeshi Kitano, Yuriko Ishida, Takahito Iguchi
Durata:
96 min
Nazionalità:
Giappone
Colore:
Colore

Monty Python e il Sacro Graal

Re Artù e i suoi prodi cavalieri della Tavola Rotonda, dopo una visione in cui Dio in persona ordinava loro di trovare il Santo Graal, stanno esplorando l'intera Gran Bretagna superando difficili prove per recuperare il sacro calice. Seconda pellicola del gruppo comico inglese, Monty Python e il Sacro Graal è scritto da tutti i componenti dei Python e diretto da due di loro, Gilliam e Jones. Diversamente dall'opera precedente (E ora qualcosa di completamente diverso) però, questo film segue una trama unica, che comunque è una scusa per presentare tante scene comiche anche slegate tra loro. La ricerca del Graal è infatti solo un labile filo conduttore che si snoda tra le disavventure che i vari cavalieri si trovano ad affrontare, e che serve più che altro a dare un ambiente e una caratterizzazione unici a tutto quanto. Prodotto con un budget talmente basso da dover economizzare anche sui cavalli (ma i Python non si sono fatti fermare da queste quisquilie), e nonostante le varie difficoltà dovute alla doppia regia, Il Santo Graal è molto più riuscito del successivo Brian di Nazareth, risultando più compatto e divertente. Le gag non tradiscono il classico spirito anarchico e irriverente del gruppo inglese e sono praticamente tutte memorabili, a partire dalla Granata Sacra (che sarà familiare a tutti i giocatori di Worms Armageddon…) ai Cavalieri Che Dicono "Ni". Se siete fan dei Monty Python di sicuro questo film l'avrete già visto, in caso contrario rimediate immediatamente. E soprattutto, guardatelo in lingua originale, dato che l'adattamento italiano è terribile, con dialoghi totalmente stravolti e aggiunte di accenti e dialetti regionali del nostro Paese: il doppiaggio è stato affidato nientemeno che ai comici del Bagaglino! Se io fossi uno dei Monty Python avrei già fatto causa a chi ha avuto questa brillante idea…
VOTO: 7,5/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica 
Titolo:
Monty Python e il Sacro Graal
Titolo Originale:
Monty Python and the Holy Grail
Regia:
Terry Gilliam, Terry Jones
Soggetto:
Terry Jones, Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Michael Palin
Sceneggiatura:
Terry Jones, Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Michael Palin
Anno:
1974
Genere:
Commedia
Interpreti Principali:
Graham Chapman, John Cleese, Michael Palin, Eric Idle, Terry Jones, Terry Gilliam
Durata:
91 min
Nazionalità:
Gran Bretagna
Colore:
Colore

La corazzata Potëmkin

Ecco il film che, tramite sondaggio, avete scelto perché fosse recensito da tutti e tre, per il nostro terzo compleanno. C'avete voluto un po' male, ma noi ce l'abbiamo fatta comunque!

1905. La Potëmkin è una grande corazzata russa sulla quale scoppia una rivolta. I marinai si ribellano per le condizioni di lavoro precarie e l’insalubrità del cibo. Uno di essi rimane ucciso e il suo cadavere viene esposto, come quello di un eroe, al porto di Odessa. Mentre i cittadini omaggiano le gesta dei marinai della Potëmkin, l’esercito russo interviene sparando sulla folla, nella celeberrima sequenza della scalinata, contenente l’altrettanto famosa scena del passeggino. La rivolta, quindi, acquisirà una dimensione sempre maggiore, fino ad un finale dalla forte carica comunicativa.
Volendo sfatare un luogo comune, La corazzata Potëmkin non è così pesante come viene generalmente dipinto. Datato 1925, è uno dei capisaldi del cinema ed in Italia è stato reso particolarmente popolare dalla frase non proprio celebrativa di Fantozzi (ricordiamo inoltre la parodia della scena della scalinata ne Il secondo tragico Fantozzi).
Strutturato come un dramma in cinque atti, che si sviluppa aumentando sempre più la portata delle vicende, la più famosa opera di Ėjzenštejn cattura l'attenzione dello spettatore, coinvolgendolo emotivamente. Il regista costruisce un film studiato nel dettaglio per far sentire chi lo guarda partecipe dell'azione, scatenando indignazione verso le azioni dell'esercito, solidarietà per le condizioni dei marinai, pietà per la morte dei cittadini di Odessa.
Il film è ovviamente muto (con i classici dialoghi riportati per iscritto), ma fa tranquillamente a meno delle parole. Il montaggio frenetico, volutamente caotico e attento ai dettagli, impedisce una visione superficiale, trasmettendo il messaggio di fondo con una semplicità sconcertante, usando anche simbologie particolari (i pugni che si chiudono, gli enormi cannoni, le statue dei leoni, i volti dei soldati che non si vedono). La maestria del regista si manifesta anche attraverso una studiatissima scelta della composizione fotografica ed un sapiente utilizzo delle luci e dei contrasti del bianco e nero.
La pellicole inoltre trasuda un forte componente di epicità, valore che oggi è andato perso. Le scenografie e il numero di personaggi e comparse fanno sicuramente da supporto a questa componente dell’opera.
La corazzata Potëmkin è probabilmente uno dei film più riusciti della storia e, inoltre, coniuga un forte messaggio ad una realizzazione tecnica eccezionale.

VOTO: 8,5

Il Cattivo, il Brutto, il Buono

Scheda Tecnica
Titolo:
La corazzata Potëmkin
Titolo Originale:
Бронено́сец «Потёмкин» (Bronenosec Potëmkin)
Regia:
Sergej Mikhajlovič Ejzenštejn
Soggetto:
Nina Agadžanova-Šutko
Sceneggiatura:
Sergej Mikhajlovič Ejzenštejn
Anno:
1925
Genere:
Guerra, drammatico, storico
Interpreti Principali:
Aleksandr Antonov, Vladimir Barsky, Natalia Poltavtseva, Prokopenko, Beatrice Vitoldi
Durata:
71 min
Nazionalità:
URRS
Colore:
B/N