The Road

Classico scenario post-apocalittico: un mondo arido, senza più colori, la natura che  muore e i sopravvissuti si radunando in bande spietate che mangiano altri sopravvissuti. Padre e figlio viaggiano attraverso un’America devastata da qualcosa che non ci viene descritto, per raggiungere la costa, cercando, tra le altre cose, di sopravvivere al freddo e ai “cattivi”.
La trama di The road, tratta dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy (che, per intendersi, è anche l’autore di Non è un paese per vecchi), non ha molto altro da raccontare: eccetto qualche flashback, non c’è da fare un grande sforzo per stare dietro agli avvenimenti. È la “semplice” storia di un padre consapevole del fatto che presto o tardi dovrà morire e, in un mondo dove non c’è più nulla di bello, cerca di trasmettere al figlio la bellezza interiore, pur cercando di temprarlo alla durezza delle circostanze.
Il potere di questo film è da ricercarsi nel come questa storia viene raccontata: la regia di John Hillcoat è curatissima, calcolata al millimetro, nell’incertezza del vagabondaggio dei due protagonisti; la fotografia di Javier Aguirresarobe rende la pellicola un capolavoro estetico: la maggior parte delle inquadrature si possono isolare dal film e risulterebbero delle opere fotografiche notevolissime.
Ottima prova per Viggo Mortensen che trasmette perfettamente la paura e il coraggio del suo personaggio; meno d’impatto è la figura del ragazzo, interpretato da  Kodi Smit-McPhee, credo per colpa di un doppiaggio un po’ sciapito e non per una cattiva prestazione del giovane attore; figura che appare poco ma che ha un ruolo importante è quella della madre che si scarifica per i due uomini, interpretata da Charlize Theron.
Un film “freddo” ma molto coinvolgente, The road, che presenta ottimamente la difficoltà di trasmettere dei valori ad un figlio, in una situazione più che avversa.

VOTO: 8/10

Il Buono


Scheda tecnica
Titolo:
The Road
Regia:
John Hillcoat
Soggetto:
Cormac McKarthy
Sceneggiatura:
Joe Penhall
Anno:
2009
Genere:
Drammatico, thriller
Interpreti Principali:
Viggo Mortensen, Kodi Smit-McPhee, Charlize Theron, Robert Duvall
Durata:
111 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Il Lungo Addio

E' una notte come tante, un gatto particolarmente esigente si agita perchè ha fame. Il suo padrone, il detective privato Philip Marlowe, sembra tenerci veramente molto al suo gatto, tanto da andare a prendergli alle 3 di notte il suo cibo in scatola preferito (che è anche l'unico che mangia). Torna a casa con delle scatolette, ma dato che non sono quelle preferite del gatto, quest'ultimo non le tocca nemmeno. Intanto un amico di Marlowe si presenta alla porta, si chiama Terry Lennox, dice di avere litigato animatamente con la moglie e di voler fuggire in messico. Terry chiede a Marlowe se è disposto ad accompagnarlo fino al confine, Marlowe un po' stupito finisce per accettare. Il giorno seguente la polizia è a casa di Marlowe, alla ricerca di Terry che sembra aver assassinato la moglie ed essere fuggito in Messico. Marlowe non ci crede e di fronte agli interrogatori non rivela nulla della sera precedente. Dopo tre giorni di gattabuia la polizia lo rilascia. Marlowe non perde tempo e decide di prendere un nuovo caso in mano nello stesso complesso residenziale di Terry. Ben presto scopre che questo caso è legato al caso di Terry e con destrezza scopre sempre nuovi indizi. Mentre cerca di ricostruire l'arzigogolato puzzle, un gangster coi suoi scagnozzi accusa Marlowe di essere il socio di Terry e di avergli rubato trecentocinquanta mila dollari. Tutto questo mistero verrà pian piano svelato lungo la pellicola.
Si può definire un noir a colori, prende spunto dai vecchi noir nel modo in cui presenta il protagonista Marlowe, intrepido, coraggioso e astuto ma lo aggiorna al nuovo modo di vedere la polizia, i gangster, lo rende anche meno fascinoso, meno don giovanni e più umano.
La regia di Altman è molto gradevole, l'uso della macchina da presa è preciso. In alcune scene il colore è “sciaquato” e vi è un uso interessante anche dei riflessi all'interno delle scene, dato dai vari specchi utilizzati. Le scene aderiscono in maniera insolita alla sceneggiatura, ma lo fanno in maniera magnifica. Lo strano modo di utilizzare lo zoom o le profondità di campo sono una costante nei suoi lavori. Affascinante la caratterizzazione di Roger Wade uno scrittore in crisi e alcolizzato, interpretato da Sterling Hayden. Ottimo anche il copione per Marlowe reso molto bene da Elliot Goulde. Unica pecca che mi permetto di notare è la colonna sonora, se non nelle prime battute (film omonimo alla canzone di John Williams), risulta un po' fiacca ma comunque sufficiente. Rispetto al resto della produzione di Altman, come i premiati M.A.S.H. O Nashville, in questo film i toni dissacranti e ironici, che sono una colonna portante della sua produzione, sono meno accentuati. Per finire ricordiamo che il film è tratto dall'omonimo libro di Chandler, da cui differisce però in momenti chiave come il finale.
Consigliato.

Voto 8/10

Il brutto


Scheda tecnica
Titolo:Il Lungo Addio
Titolo Originale:
The Long Goodbye
Regia:
Robert Altman
Soggetto:Raymond Chandler
Sceneggiatura:
Leigh Brackett
Anno:
1973
Genere:
Poliziesco, Noir, Thriller
Interpreti Principali:
Elliot Gould, Nina Van Pallandt, Sterling Hayden
Durata:
112 min
Nazionalità:
Stati Uniti
Colore:
Colore

Sugarland Express

Lou, una bella biondina tutto pepe va a trovare in carcere suo marito Clovis. Gli racconta che gli hanno portato via il bambino e che è stato dato in adozione ad una nuova famiglia. Lei non ha intenzione di stare con le mani in mano e chiede a Clovis se la segue per riprendersi il loro bambino. Ormai rimangono solo quattro mesi da scontare a Clovis, ma Lou lo convince e ha già preparato un piano da attuare immediatamente per farlo evadere. I due ce la fanno, riescono ad uscire e a farsi dare un passaggio da due anziani. Mentre sono in macchina un poliziotto li ferma, Lou e Clovis perdono la testa e scappano lasciando lì fuori i due signori anziani. Il poliziotto li insegue, ma ben presto giocando d'astuzia i due riescono a fregargli la pistola e a prenderlo come ostaggio per la fuga. Da qui in poi si svilupperà un lungo e rocambolesco inseguimento sugli splendidi scenari texani.
Uno Spielberg quasi agl'esordi mette sul piatto un film dai toni leggeri, con cui prende in giro alcuni stereotipi americani (vedi l'esorbitante dispiegamento di forze dell'ordine). Lo fa gradevolmente inserendo alcune scene divertenti, ma mai sopra le righe, che servono come condimento alla storia (bellissima la scena in cui il capo di polizia Tanner chiama tutti i poliziotti per ripartire con l'inseguimento e la macchina da presa inquadra una diecina di poliziotti che sono al bagno e si tirano su la lampo in fretta e furia). Il film è preso da una storia vera, ma chiaramente è solo una base su cui poi le vicende si dipanano. Non tutto è precisamente credibile e verosimile, ma il cinema è anche finzione e in questo caso si può benissimo soprassiedere ad alcune scene poco realistiche, per far si che si crei un atmosfera paradossale.
Queste strade polverose e queste ambientazioni ricordano un po' la mitica fuga di Kowalski in Punto Zero, ma qui i toni e il messaggio sono piuttosti diversi. Qui ci si prende un po' meno sul serio (almeno in apparenza), e tutti sono quasi sempre spensierati. La regia è buona ma soprattutto è la sceneggiatura a non avere sbavature, i dialoghi e il susseguirsi delle vicende sono ben mescolati in una ossatura robusta. Non a caso la sceneggiatura ha vinto al 27° festival di Cannes. Promossa a pieni voti Goldie Hawn nella parte di Lou, donna scoppiettante e perno del film.
Un buon film dal punto di vista tecnico, che però manca di carattere e di incisività (Spielberg è ancora ventisettenne, avrà tempo per sfornare capolavori), mancano le emozioni e il pathos, se non in rare occasioni sembra essere un esercizio di tecnica. Rimane comunque un film positivo, che denota le potenzialità di un giovane chiamato Steven Spielberg.

Voto: 6.5/10

Il brutto

Scheda tecnica
Titolo:The Sugarland Express
Regia:
Steven Spielberg
Soggetto:Steven Spielberg, Hal Barwood, Matthew Robbins
Sceneggiatura:
Hal Barwood, Matthew Robbins
Anno:
1974
Genere:
Poliziesco, Drammatico
Interpreti Principali:
Goldie Hawn, Michael Sacks, William Atherton
Durata:
110 min
Nazionalità:
Stati Uniti
Colore:
Colore

La Casa 2

Ash e la sua fidanzata arrivano in uno chalet solitario in mezzo ai boschi con l'intento di trovare un po' di tranquillità, ma a causa del Necronomicon, un libro maledetto che ha il potere di risvegliare i morti, il nostro eroe sarà costretto a lottare contro spiriti malvagi disposti a tutto pur di ucciderlo. Tutto questo accade nei primi dieci minuti di film, e non è altro che una specie di riassunto riveduto e corretto di quello che è accaduto nel primo episodio. Dopo averci ricordato cos'era successo in precedenza, la pellicola parte subito in quarta attaccandosi direttamente al finale de La Casa e trascinandoci con sé nei disperati tentativi di sopravvivenza del povero Ash. È proprio lui il perno della pellicola questa volta: lasciato alle spalle il gruppo di amici, Raimi si concentra solo sul personaggio interpretato da Bruce Campbell, e questa scelta risulta perfettamente riuscita. Sviluppando la sua personalità, che passa dalla paura iniziale, alla follia, per arrivare alla sbruffonaggine, il regista (ma il merito è anche della grandissima interpretazione di Campbell, fate caso in particolare a quando interagisce con la sua mano posseduta dal demone) dà la nascita ad uno dei personaggi più iconici del genere horror. La Casa 2 sviluppa i tratti ironici e l'umorismo nero del primo episodio, trovando il giusto equilibrio tra horror e commedia. Il tragicomico protagonista Ash viene malmenato in ogni modo possibile, si trova inzuppato di sostanze orribili e subisce cose inimmaginabili per tutta la durata della storia, fino a quando diventa un vero e proprio cacciatore di demoni, con tanto di motosega e fucile, in quella che è la sua tenuta più conosciuta. Gli effetti speciali sono un po' più curati rispetto a quelli de La Casa, grazie al budget maggiore, ma mantengono quello stile trash che caratterizza la saga, tra zombie gommosi e scheletri animati in stop-motion. Il finale anche questa volta è aperto e lascia con il fiato sospeso lo spettatore, che vorrà subito procurarsi il terzo film della serie per conoscere il destino del bistrattato Ash. La Casa 2 è probabilmente il miglior episodio della trilogia, grazie al già citato equilibrio tra tutti gli elementi e ad un protagonista che buca lo schermo come pochi altri.
VOTO: 8/10

Il Cattivo.


Scheda Tecnica
Titolo:
La Casa 2
Titolo Originale:
Evil Dead II: Dead By Dawn
Regia:
Sam Raimi
Soggetto:
Sam Raimi, Scott Spiegel
Sceneggiatura:
Sam Raimi, Scott Spiegel
Anno:
1987
Genere:
Commedia, Fantasy, Horror, Thriller
Interpreti Principali:
Bruce Campbell, Sarah Berry, Dan Hicks
Durata:
81 minuti
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore