Black Rain - Pioggia Sporca

Se pensate che Ridley Scott sia una garanzia come regista vi sbagliate, questo film né è un esempio. Certo nella sua carriera ha sfoggiato film di grande spessore come Blade Runner, I duellanti o il più recente American gangster eppure la sua filmografia è costellata anche da film che sono un po' meno brillanti come Le crociate oppure per l'appunto Black Rain. Protagonista della scena è Michael Douglas che interpreta il ruolo di un poliziotto geniale quanto impulsivo di nome Nick Concklin. Inguaiato in problemi giudiziari, si trova insieme al collega Charlie Vincent (Andy Garcia) in un locale in cui è in corso un accordo fra mafia americana e yakuza giapponese. Il boss mafioso viene assassinato dallo yakuza giapponese Sato, che però verrà immediatamente catturato e chiamato a scontare la pena in Giappone. Proprio Nick e Charlie saranno incaricati di riportalo in patria, ma con un escamotage i due poliziotti verranno fregati consegnando il detenuto alle persone sbagliate. Da qui inizierà la caccia all'uomo per Osaka, la metropoli giapponese. La trama non è proprio irresistibile e non si fatica a capire le scene che seguiranno e come la storia andrà a finire. Tanti, troppi i clichè che vi si trovano, quasi da assomigliare ad un B-movie, anche se non voluto. Inoltre essendo una pellicola dell'89, le atmosfere così come le motociclette ricordano proprio quel periodo kitch. Si salva la regia, la colonna sonora e l'interpretazione di Garcia. La fotografia buona ma ricalca pesantemente Blade Runner e le sue insegne luminose. Insomma un film insipido, che vuol essere crudo ma manca di credibilità, che ricerca stile e atmosfere alla Blade Runner ma non ci riesce. Volete un consiglio? Concentratevi su altri dei suoi film se volete vedere le vere potenzialità di questo regista.

Voto: 5/10

Il Brutto

Scheda tecnica
Titolo:
Black Rain - Pioggia Sporca
Titolo originale:
Black Rain
Regia:
Ridley Scott
Sceneggiatura:
Craig Bolotin
Anno:
1989
Genere:
Poliziesco
Interpreti Principali:
Michael Douglas, Andy Garcia, Ken Takakura
Durata:
115 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Il Divo

In questa recensione non parlerò della trama de Il divo. Non parlerò della trama semplicemente perché la trama è un pezzo di storia italiana, ed in particolare un pezzo che ha come protagonista Giulio Andreotti. L’Andreotti dei primi anni ’90, sospettato di stretti rapporti con la mafia, sospettato di essere il mandante di plurimi omicidi a sfondo politico, e intanto al centro dell’attenzione nazionale.
Paolo Sorrentino sfodera in questo film tutta la sua estetica. Un’immagine che resta fredda anche quando usa toni caldi; scene vuote dal punto di vista visivo ma carichissime da quello emotivo. La macchina da presa è a volte distaccata, a volte molto vicina.
Sorrentino non ci mostra soltanto la carriera politica di Andreotti, ma ci fa vedere anche alcuni momenti della sua vita privata. Il ritratto di un uomo solo: una figura che soffre di una solitudine indicibile pur essendo attorniata da una miriade di persone.
È Toni Servillo, che aveva già lavorato col regista, a fare la parte del divo. Servillo è un attore con delle capacità immense, e qui lo dimostra: un’ironia cupa, una freddezza quasi comica. Coadiuvato da Anna Bonaiuto nella parte della moglie, Servillo ci mostra, sotto una buona dose di trucco e protesi facciali, un ritratto quasi impeccabile di Andreotti.
L’attuale senatore a vita ha commentato il film definendolo “cattivo”, smentendo tutto quello che la pellicola racconta, esclusa la vita privata. Sorrentino ha risposto dicendo che il fatto è positivo: “Di solito lui è impassibile di fronte ad ogni avvenimento. La reazione mi conforta e mi conferma la forza del cinema rispetto ad altri strumenti critici della realtà”.
“È andata sempre così: mi pronosticavano la fine, io sopravvivevo, sono morti loro.” Così Servillo-Andreotti afferma all’inizio del film. Il sottoscritto si ferma qui; ai posteri l’ardua sentenza, come disse qualcuno.

VOTO: 8/10

Il Buono


Scheda tecnica
Titolo:
Il Divo
Regia:
Paolo Sorrentino
Sceneggiatura:
Paolo Sorrentino
Anno:
2008
Genere:
Biografia, drammatico
Interpreti Principali:
Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Carlo Buccirosso, Flavio Bucci, Piera Degli Espositi
Durata:
110 min.
Nazionalità:
Italia, Francia
Colore:
Colore

Mordimi

Becca è una ragazza insicura che si trasferisce nel piccolo paese dove vive il padre dopo che la madre l'ha abbandonata. Qui il suo amore sarà conteso tra Edward, un vampiro, e Jacob, un licantropo. Mordimi, come si capisce dalla trama, è la parodia di Twilight, serie di libri (e conseguenti film) di grande successo tra le adolescenti. Che vi piaccia o no la saga originale, non andate a vedere questa pellicola, non fa ridere. Le gag si limitano a badilate in faccia, cadute, cazzotti e altre banalità del genere e le poche battute verbali non lasciano il segno, tranne quando si va a colpire direttamente Twilight, con frecciate al suo successo, alle sue fan o all'autrice, che comunque sono troppo poche per risollevare un pessimo film comico. Mordimi non decolla mai, perdendosi in inutili inquadrature delle foreste o lunghi discorsi che spiegano la trama dell'originale; totalmente gratuite anche le parodie di personaggi famosi, film o serie tv di moda in questo periodo infilate a forza qua e là (Lady Gaga, Gossip Girl, Alice in Wonderland, Lindsay Lohan, Tiger Woods per citarne alcuni) che contribuiscono solo ad aumentare la tristezza trasmessa da un film del genere. Soldi buttati.
VOTO: 4/10

Il Cattivo.


Scheda tecnica
Titolo:
Mordimi
Titolo originale:
Vampire Suck
Regia:
Jason Friedberg, Aaron Seltzer
Sceneggiatura:
Jason Friedberg, Aaron Seltzer
Anno:
2010
Genere:
Comico, Parodia
Interpreti Principali:
Matt Lanter, Jenn Proske, Chris Riggi
Durata:
82 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

La Leggenda del Pianista sull'Oceano

Premetto che mi ero messo a scrivere questa recensione subito dopo aver visto il film (per l’ennesima volta); non ho potuto, ho dovuto prendermi una pausa. Per un film così, basterebbe scrivere “Guardatevelo!”, mettere il voto, la firma, la scheda tecnica e via… ma due righe ci vanno spese!
È da poco finita la Seconda Guerra Mondiale, Max Tooney è un uomo sulla cinquantina che ha perso tutto tranne una storia da raccontare. “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”, così gli diceva sempre il suo più grande amico, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Ed è proprio Novecento il protagonista di questa storia di cui Max si fa portavoce: il più grande pianista che abbia mai solcato l’Oceano. Nato a bordo del transatlantico Viriginian, Novecento non ha mai messo piede sulla terra ferma. Ma lì, su quella nave, ha imparato a suonare il pianoforte meglio di chiunque altro al mondo e Max ha avuto l’onore di suonare accanto a lui come trombettista nella band della nave.
Nel 1994 usciva Novecento, un monologo teatrale scritto da Alessandro Baricco. Quattro anni dopo Giuseppe Tornatore portava nelle sale La leggenda del pianista sull’oceano. Il film si attiene piuttosto fedelmente alla storia del libro; aggiunge alcune cose, senza stravolgere la trama, a scopi puramente cinematografici.
La pellicola è piena di momenti profondamente toccanti e commoventi: dalle frasi più leggere ma cariche di significato, ai momenti più pregni di malinconia. Quasi tre ore di film che scorrono lisce, senza mai un momento di noia, un tempo morto. Ogni scena è montata sapientemente e collegata alle altre con grande maestria.
Molto poetica la fotografia di Lajos Koltai, che rimane su toni caldi e usa spesso primi piani e dettagli, ma anche obiettivi grandangolari quando la visione d’insieme e necessaria.
È un fantastico Tim Roth a vestire i panni di Novecento, con un altrettanto valido Pruitt Taylor Vince nella parte dell’amico trombettista Max. Figure assolutamente complementari, sia a livello di trama, sia come fisicità, i due attori si accompagnano a vicenda sulla scena. Che Roth sia un signor attore, non è in discussione, ma nella parte del pianista dalle quattro mani, in particolare, dà il meglio di sé.
Non si può non parlare della colonna sonora firmata Ennio Morricone, che unisce splendidamente pianoforte e tromba, in particolare nella scena in cui i due protagonisti suonano insieme per l’ultima volta sulla nave, durante una delle tante serate.
Non mi lascerò andare a scrivere la morale del film per due motivi: evitare di sminuirne lo spessore e non rovinarvi nulla. Posso solo dire che la pellicola di Tornatore non sarà forse il film più bello nella storia del Cinema, ma è sicuramente quello che a me ha trasmesso di più.

VOTO: 10/10 (Sì, è tanto, lo so... infatti non saranno tutti d'accordo!)

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
La Leggenda del Pianista sull’Oceano
Regia:
Giuseppe Tornatore
Soggetto:
Alessandro Baricco
Sceneggiatura:
Giuseppe Tornatore
Anno:
1998
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Tim Roth, Pruitt Taylor Vince, Bill Nunn, Clarence William III
Durata:
165 min
Nazionalità:
Italia, Francia
Colore:
Colore

I Mercenari - The Expendables

Un gruppo formato dai migliori mercenari disponibili sulla piazza viene ingaggiato dal misterioso Mr. Church per eliminare il generale Garza, un crudele dittatore che ha preso il controllo dell'isola di Vilena, nel golfo del Messico. La trama de I Mercenari è parecchio esile, ma in compenso non lo sono gli attori coinvolti nella realizzazione del film. Sylvester Stallone in primis, ideatore del progetto, protagonista e regista, Jason Statham, Jet Li, Mickey Rourke, Dolph Lundgren, "Stone Cold" Steve Austin, solo per citare i più conosciuti (senza contare i cammei di Bruce Willis e Arnold Schwarzenegger): un cast formato dai più famosi interpreti di film d'azione non può passare inosservato. Andando al cinema a vedere questo film si sa già a cosa si va incontro, quindi non lamentiamoci della regia debole, della già citata pochezza della trama, dei personaggi tagliati con l'accetta (o sono buoni forti e rudi, o fanciulle in difficoltà, o sanguinari cattivoni), perchè non è su questo che punta la pellicola. Certo, alcune situazioni si potevano sfruttare meglio, alcune battute potevano essere più taglienti, ma come si fa a bocciare un film in cui Stallone fa esplodere un missile lanciandolo in aria e sparandogli con la pistola? Dove Statham da fuoco ad un pontile pieno di militari nemici sganciando del carburante da un aereo in volo e sparandogli un razzo di segnalazione? Dove Rourke ci da lezioni filosofiche di vita? Dove Lundgren spara un colpo di avvertimento per spaventare dei terroristi facendo esplodere uno di loro e commentando con "È morto di paura!"? Dove si utilizzano fucili che fanno saltare le persone a pezzi e i lanciatori di coltelli sono veloci come i proiettili? Non si può non divertirsi con un film del genere, tra scazzottate, inseguimenti e sparatorie uno più esagerato dell'altro, vedendo questi omoni muscolosi (e di una certa età ormai...) che si lanciano frecciatine tra loro mentre massacrano eserciti formati da centinaia di soldati. Mi aspettavo il miglior film d'azione mai prodotto, date le premesse, ma per colpa di alcuni piccoli particolari (il fatto che sia stato scritto e diretto da Stallone, che secondo me non ne ha le capacità, ad esempio) non ha raggiunto le mie aspettative. Ma non importa, l'ora e quaranta passata con I Mercenari è stata molto, ma molto divertente.
VOTO: 7/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
I Mercenari - The Expendables
Titolo originale:
The Expendables
Regia:
Sylvester Stallone
Sceneggiatura:
Dave Callaham, Sylvester Stallone
Anno:
2010
Genere:
Avventura, Azione
Interpreti Principali:
Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li, Mickey Rourke, Dolph Lundgren
Durata:
103 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Il Silenzio dei Prosciutti

Mentre l'agente Jo Dee Fostar, apprendista all'FBI, da la caccia ad un pericoloso serial killer con l'aiuto di uno psicopatico rinchiuso nel manicomio criminale di Hollywood, la sua fidanzata ruba 400.000 dollari dal luogo dove lavora e si da alla fuga, finendo in uno strano motel fuori città. La trama di questo film, flebile parodia de Il Silenzio degli Innocenti e di Psycho, è solo un pretesto per mostrare raffiche di gag una dopo l'altra, slegate tra loro e qualche volta poco divertenti. L'impegno di Greggio nel cercare di riprodurre i film comici americani (Mel Brooks è il suo modello principale, che infatti compare in un cameo, ma si notano influenze derivate anche dal trio Zucker-Abrahams-Zucker) si vede tutto, ma la pellicola non riesce mai a decollare pienamente, e parecchie battute lasciano il tempo che trovano. Il problema di fondo è la volontà di fare un film americano quando l'autore e regista ha uno spirito completamente italiano: Il Silenzio dei Prosciutti è stato girato in America, con un cast interamente americano (con il grandissimo Dom DeLuise e con tanto di camei del già citato Brooks, di John Landis, Roger Corman e Joe Dante), addirittura anche Greggio ha recitato in inglese, per poi ridoppiarsi per la versione italiana, ma si nota un'imprecisione generale nella realizzazione, sia in fase di scrittura che di regia. La trama è costellata di buchi qua e là, dove sono inserite a forza scenette comiche, che magari fanno anche ridere, ma che sono troppo forzate. Le gag, che dovrebbero essere il punto forte della pellicola, divertono fino ad un certo punto, poi iniziano a stancare, dato che per ogni sketch che fa ridere ne troviamo almeno altri tre mediocri e uno inutile. Gli spunti geniali ci sono, ad esempio alcune battute ("Non ricordo il suo nome" "Jane" "Ah, Jane, come mia cugina Maria!"), Pavarotti a pezzi dopo l'ultima tournée o la parte di Martin Balsam, che interpreta lo stesso ruolo che aveva nello Psycho originale, un detective che qui si chiama, indovinate un po', Martin Balsam! Ma l'impressione finale lasciata da questo film è di qualcosa di incompleto, di poco sviluppato. Io penso che se Greggio non avesse fatto tutto il lavoro per conto suo, ma fosse stato aiutato da qualcuno di più esperto nel genere, Il Silenzio dei Prosciutti sarebbe stato un prodotto da ricordare. Ma ormai accontentiamoci di com'è, tanto a me fa ridere lo stesso.
VOTO: 6/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Il Silenzio dei Prosciutti
Titolo originale:
The Silence of the Hams
Regia:
Ezio Greggio
Sceneggiatura:
Ezio Greggio
Anno:
1994
Genere:
Comico
Interpreti Principali:
Ezio Greggio, Charlene Tilton, Joanna Pacula, Billy Zane, Dom DeLuise
Durata:
81 min
Nazionalità:
USA/Italia
Colore:
Colore

Basilicata Coast to Coast

Rocco Papaleo nella sua prima opera registica ci presenta un viaggio intrapreso da quattro amici accomunati da una passione: la musica. Quest’ultima è il pretesto e il mezzo che permette a questi, non più giovanissimi, musicisti di ricercare se stessi e di “regalarsi del tempo”. L’idea di questo viaggio viene a Nicola il leader della band durante una delle sue lezioni di storia dell’arte. Convinti gl’altri membri del gruppo: Salvatore alla chitarra, Franco al contrabbasso e Rocco alle percussioni, i quattro indicono una conferenza stampa a cui però parteciperà solo la rappresentanza della parrocchia. Il prete entusiasta dell’idea di viaggio a piedi di 10 giorni ovvero il progetto Basilicata coast to coast, decide di filmare il tutto per inserirlo in un network. Da qui parte il viaggio dei quattro musicisti che li porterà a scoprire nuove terre, nuovi sentimenti e nuove emozioni. La trama non è fitta, anzi è quasi dilatata proprio come i tempi del sud che vuole rappresentare. Viene dato spazio alla fotografia e il film è basato buona parte sulla comunicazione verbale e non. Rocco Papaleo ci porta alla scoperta di una basilicata conosciuta da pochi (come fa notare nel pezzo che apre il film). Questa scoperta viene presentata sia in maniera territoriale dando indicazioni sulle caratteristiche dei paesi, sia attraverso la descrizione dei protagonisti e dei personaggi secondari. I quattro protagonisti vengono approfonditi progressivamente e vengono analizzate una alla volta le varie psicologie di tutti. Le azioni che si presentano nel film inducono in ognuno un esame di coscienza, e producono un cambiamento nelle loro vite. Il viaggio qua da mezzo si trasforma in fine. Un film genuino, viscerale che si lascia guidare dall’amore; un film che riesce a strappare sorrisi intensi, profondi, un amore che si esprime in maniera diversa ma che tocca tutti i personaggi. A questo affresco si accompagna anche una colonna sonora di degno rispetto che sembra essere il centro e l’espressione caratteristica di tutta l’opera di Papaleo, insomma la sua firma nel film.
Voto 7/10

Il Brutto


Scheda tecnica
Titolo:
Basilicata coast to coast
Regia:
Rocco Papaleo
Soggetto:
Rocco Papaleo, Walter Lupo
Sceneggiatura:
Rocco Papaleo, Walter Lupo
Anno:
2010
Genere:
Commedia Musicale
Interpreti Principali:
Alessandro Gassman, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno
Durata:
105 min
Nazione:
Italia
Colore:
Colore

Ecce Bombo

Siamo alla fine degli anni ’70, in una Roma anonima. Michele Apicella è un giovane poco più che ventenne, che a distanza di dieci anni dal ’68 si trova in mezzo a vari problemi esistenziali, una vita che sembra essere vuota e superficiale, difficili rapporti con i propri genitori e con le sue occasionali fidanzate. Ad arricchire questo scenario ci sono gli amici di Michele, un manipolo di ragazzi con gli stessi problemi vitali. Il gruppo decide di riempire le giornate con delle sedute di autocoscienza. Sedute che non toccano mai temi politici e che, di fatto, risultano piuttosto futili. Il protagonista ha grossi problemi nel relazionarsi sia con possibili fidanzate che con i membri della sua famiglia. Sente troppo distacco generazionale con suo padre e con sua sorella minore.
Ecce Bombo è un film su quella generazione che visse il ’68 in maniera marginale, vista la giovane età, e che a distanza di un decennio non sa più in che valori credere, per cosa combattere; ritrovandosi costretta ad una vita statica e disimpegnata, o meglio, una vita solo apparentemente impegnata.
Seppure l’opera è considerata comica, o comunque fa ridere e sorridere in molte scene, lo stesso Moretti ha dichiarato che la sua intenzione era quella di fare un film drammatico. Drammaticità che comunque non stenta a venire fuori dalla pellicola. Il film è girato in modo asettico (i movimenti di macchina si contano davvero sulle dita), poche battute, fredde, una regia scarna, priva di virtuosismi e particolari poetiche. L’angoscia di una generazione alla deriva trasmessa sapientemente sulla cellulosa.
Ecce Bombo è il secondo episodio della tetralogia di Michele Apicella – quattro episodi assolutamente scollegati tra loro, uniti solo dalla presenza del medesimo protagonista –, personaggio che tornerà in seguito nei film del regista romano, ma che in questi quattro film compie un’evoluzione vertiginosa fino all’apice finale raggiunto in Bianca.
Guardando il film viene da pensare come Moretti girerebbe oggi un film se fosse un ventenne. Negli anni ’70 forse si sentivano ancora gli echi di forti proteste dettate dagli ideali… oggi?

VOTO: 8/10

Il Buono


Scheda tecnica
Titolo:
Ecce Bombo
Regia:
Nanni Moretti
Soggetto:
Nanni Moretti
Sceneggiatura:
Nanni Moretti
Anno:
1978
Genere:
Drammatico, commedia
Interpreti Principali:
Nanni Moretti, Luisa Rossi, Glauco Mauri, Lorenza Ralli, Fabio Traversa, Paolo Zaccagnini
Durata:
100 min
Nazionalità:
Italia
Colore:
colore

Nightmare (2010)

Un gruppo di ragazzi residenti a Springwood ha incubi ricorrenti in cui un uomo orribilmente ustionato li aggredisce violentemente. Quando i giovani iniziano a morire in modi orrendi uno dopo l'altro, i sopravvissuti decidono di indagare sul passato di Freddy Krueger, il misterioso mostro dei sogni. Se in un film horror la cosa che da maggiori brividi è il rumore di piedi nudi che calpestano la neve in una delle molte sequenze oniriche, qualcosa che non va ci dev'essere di sicuro. A partire dalla prevedibilità generale della trama, morti comprese (sembra che alcuni personaggi abbiano la parola "vittima" tatuata in fronte...), passando per una fotografia patinata che cambia totalmente nelle scene che rappresentano i sogni, eliminando completamente la sorpresa per l'arrivo di Freddy. Anche il meno esperto tra gli spettatori riuscirebbe a distinguere le visioni dalla realtà, e se si rende così visibile il confine che le separa, si perde gran parte del fascino e dell'originalità della pellicola di cui questo film è il remake. Non basta riprendere delle sequenze presenti nel vecchio Nightmare per dimostrare la propria fedeltà alla serie, se poi si ignora totalmente l'atmosfera generale su cui si fondava. Funziona abbastanza bene il Freddy di Jackie Earle Haley (e lo dico anche se sono un grande fan del grande Robert Englund), ben interpretato e con un make-up agghiacciante (in senso buono), ma non basta a risollevare una pellicola mal recitata, mal diretta (non ce la facevo più a vedere raffiche di campi-controcampi nei dialoghi), per niente spaventosa (quando non si è capaci di far paura alle persone si fa comparire all'improvviso il mostro, tanto per farli saltare sulla sedia), generalmente piatta e che si trascina tra un cliché e l'altro.
Ragazzi, perchè deturpare ulteriormente il povero Freddy Krueger?
VOTO: 5/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Nightmare (2010)
Titolo Originale:
A Nightmare On Elm Street
Regia:
Samuel Bayer
Soggetto:
Wes Craven (Film originale)
Sceneggiatura:
Eric Heisserer, Wesley Strick
Anno:
2010
Genere:
Horror
Interpreti principali:
Jackie Earle Haley, Rooney Mara, Kyle Gallner
Durata:
95 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Splice

Prendere 7 euro e mangiarmeli sarebbe stato più confortante che spenderli per Splice.
Clive ed Elsa, che sembra il nome di una coppia di ballerini di tip-tap, sono due fidanzati che convivono ma non hanno figli. Inoltre sono scienziati che manipolando del DNA creano un ibrido tra uomo ed animale. Costretti a tenere nascosta la creatura la adotteranno come loro figlia. La cosa si rivelerà però più complicata di ciò che avevano previsto.
Vincenzo Natali ve lo ricorderete per Cube – Il cubo, anch’esso, come Splice, film pieno di buoni propositi ma che si risolve in qualcosa di totalmente opposto al progetto iniziale. Quest’ultima opera vorrebbe essere un mix tra horror e thriller fantascientifico, ma l’unico risultato è un film estremamente moscio, con un paio di colpi di scena privi di suspense e sequenze al limite dell’assurdo che suscitano risate e squallore insieme. Bruttini anche i tentativi di citare Alien e la storia di Frankenstein.
A Natali si può dare merito di essere un regista piuttosto dignitoso (tralasciando comunque la bassa qualità degli effetti speciali), ma se si tratta di scrivere storie è meglio che riponga la penna e si concentri di più sulla macchina da presa. Se in Cube per lo meno c’era una certa coerenza – piattezza dall’inizio alla fine – questa pellicola prende direzioni sempre improbabili e mai approfondite. Per non parlare delle creaturine che ricordano neanche troppo vagamente delle figure falliche!
Gli attori quasi inesistenti: Adrien Brody sembra quasi che reciti male per ripicca al fatto che appare poco e mai, a parte un paio di scene, in modo significativo. Sarah Polley è più presente, ed il suo lavoro lo fa in modo sufficiente ma non riesce comunque a tirare su il morale di un film fiacco come questo.
Viene da pensare che Natali abbia pensato e scritto questa storia mentre si scaccolava ad un semaforo, oppure mentre compilava la lista della spesa.

VOTO: 4/10

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
Splice
Regia:
Vincenzo Natali
Soggetto:
Vincenzo Natali, Antoinette Terry Bryant
Sceneggiatura:
Vincenzo Natali, Antoinette Terry Bryant, Doug Taylor
Anno:
2010
Genere:
Thriller, fantascienza
Interpreti Principali:
Adrien Brody, Sarah Polley, Delphine Chanéac
Durata:
104 min
Nazionalità:
Canada, Francia
Colore:
colore

Il Grande Lebowski

Siamo negli anni della guerra del Golfo, Jeffrey Lebowski, o "Drugo", come preferisce essere chiamato, passa le giornate fumando spinelli, bevendo white russian e giocando a bowling con gli amici Donny e Walter. A causa di uno scambio di persona, due sicari entrano in casa sua e lo minacciano, ma cosa ancora più grave, gli urinano sul tappeto. Il Drugo quindi, deciso a farsene comprare uno nuovo dai responsabili, scatena un intreccio di situazioni che coinvolgeranno un ricco magnate e la sua giovane moglie, un produttore di film pornografici e parecchi altri personaggi assurdi. Ed eccoci di nuovo a parlare di un film dei fratelli Coen. Potrei citare ancora la loro bravura nel creare situazioni credibili e realistiche e al contempo assurde, ma che proprio per questo somigliano alla vita vera. Potrei farvi notare che il protagonista è come al solito un personaggio passivo che ad un certo punto decide di reagire alle ingiustizie subite causando una reazione a catena che va fuori da ogni suo controllo. Potrei sottolineare l'intricata trama che inserisce un nuovo personaggio o un colpo di scena appena lo spettatore pensa di aver capito cosa sta succedendo sullo schermo. Ma parlare di tutto ciò vorrebbe dire ripetere sempre le stesse cose, e quindi penso che punterò su qualcos'altro: un messaggio diverso che ho percepito vedendo il film. Sembra che i Coen questa volta vogliano indicarci una specie di esempio da seguire per uscire integri da tutto il grande casino che è la vita. Il Drugo ne passa di tutti i colori, eppure rimane tranquillo in ogni situazione, portando avanti le sue pacifiche abitudini anche mentre le peggiori sfortune si abbattono su di lui. Alla fine della vicenda infatti lo troviamo a giocare a bowling, nonostante tutto quello che ha passato, ancora vivo e vegeto, al contrario di molti altri personaggi presentatici dai fratelli registi. La vita va avanti se sappiamo prenderla nel modo giusto quindi, ma non prendetelo come un messaggio strettamente positivo, ma solo come una constatazione. Drugo ha fatto l'errore di ribellarsi a forze troppo grandi per lui, ma ne ha accettato le conseguenze: in fondo non ha riavuto il suo tappeto. Bella metafora, no?
VOTO: 7,5/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Il Grande Lebowski
Titolo Originale:
The Big Lebowski
Regia:
Joel Coen
Soggetto:
Joel Coen, Ethan Coen
Sceneggiatura:
Joel Coen, Ethan Coen
Anno:
1998
Genere:
Thriller, Commedia
Interpreti principali:
Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi
Durata:
117 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore