La Leggenda del Pianista sull'Oceano

Premetto che mi ero messo a scrivere questa recensione subito dopo aver visto il film (per l’ennesima volta); non ho potuto, ho dovuto prendermi una pausa. Per un film così, basterebbe scrivere “Guardatevelo!”, mettere il voto, la firma, la scheda tecnica e via… ma due righe ci vanno spese!
È da poco finita la Seconda Guerra Mondiale, Max Tooney è un uomo sulla cinquantina che ha perso tutto tranne una storia da raccontare. “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”, così gli diceva sempre il suo più grande amico, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Ed è proprio Novecento il protagonista di questa storia di cui Max si fa portavoce: il più grande pianista che abbia mai solcato l’Oceano. Nato a bordo del transatlantico Viriginian, Novecento non ha mai messo piede sulla terra ferma. Ma lì, su quella nave, ha imparato a suonare il pianoforte meglio di chiunque altro al mondo e Max ha avuto l’onore di suonare accanto a lui come trombettista nella band della nave.
Nel 1994 usciva Novecento, un monologo teatrale scritto da Alessandro Baricco. Quattro anni dopo Giuseppe Tornatore portava nelle sale La leggenda del pianista sull’oceano. Il film si attiene piuttosto fedelmente alla storia del libro; aggiunge alcune cose, senza stravolgere la trama, a scopi puramente cinematografici.
La pellicola è piena di momenti profondamente toccanti e commoventi: dalle frasi più leggere ma cariche di significato, ai momenti più pregni di malinconia. Quasi tre ore di film che scorrono lisce, senza mai un momento di noia, un tempo morto. Ogni scena è montata sapientemente e collegata alle altre con grande maestria.
Molto poetica la fotografia di Lajos Koltai, che rimane su toni caldi e usa spesso primi piani e dettagli, ma anche obiettivi grandangolari quando la visione d’insieme e necessaria.
È un fantastico Tim Roth a vestire i panni di Novecento, con un altrettanto valido Pruitt Taylor Vince nella parte dell’amico trombettista Max. Figure assolutamente complementari, sia a livello di trama, sia come fisicità, i due attori si accompagnano a vicenda sulla scena. Che Roth sia un signor attore, non è in discussione, ma nella parte del pianista dalle quattro mani, in particolare, dà il meglio di sé.
Non si può non parlare della colonna sonora firmata Ennio Morricone, che unisce splendidamente pianoforte e tromba, in particolare nella scena in cui i due protagonisti suonano insieme per l’ultima volta sulla nave, durante una delle tante serate.
Non mi lascerò andare a scrivere la morale del film per due motivi: evitare di sminuirne lo spessore e non rovinarvi nulla. Posso solo dire che la pellicola di Tornatore non sarà forse il film più bello nella storia del Cinema, ma è sicuramente quello che a me ha trasmesso di più.

VOTO: 10/10 (Sì, è tanto, lo so... infatti non saranno tutti d'accordo!)

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
La Leggenda del Pianista sull’Oceano
Regia:
Giuseppe Tornatore
Soggetto:
Alessandro Baricco
Sceneggiatura:
Giuseppe Tornatore
Anno:
1998
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Tim Roth, Pruitt Taylor Vince, Bill Nunn, Clarence William III
Durata:
165 min
Nazionalità:
Italia, Francia
Colore:
Colore

5 commenti:

Seconda serata ha detto...

Mi ha trasmesso qualcosa, senz'altro, ma giudicarlo così, con le tue ultime parole, è azzardato. Avrò sempre nel cuore il suo comportamento candido, la colonna sonora, certi momenti di stacco, e pure di tristezza del protagonista.
Si può riassumere come uno dei migliori risultati del cinema italiano?

Hum.as ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Hum.as ha detto...

Scusa Gegio, ma non capisco in pieno il tuo commento. Non mi è chiaro se la risposta alla tua domanda finale sia un implicito "Sì" o un implicito "No".
Il mio giudizio è evidentemente poco oggettivo, mi sono basato molto su quello che il film ha trasmesso a me, però ritengo (al di là del voto) che sia innegabile che come film abbia una forza comunicativa piuttosto poderosa. Non è da prendere come assioma, ma prima che un film mi commuova a me ce ne vuole.. eppure questo, ogni volta che lo vedo, è come fosse la prima!

MrWolf ha detto...

Trovo che sia una pellicola notevole ed è anche evidente la sua carica emotiva, nostalgica. Ad ogni modo nonostante sia un ottimo film ci sono altri pilastri (il neorealismo di Rossellini, l'outsider Fellini e Antonioni) da cui siamo abbastanza lontani.Comunque nel panorama del cinema attuale rimane ottimo.

Seconda serata ha detto...

Non è tra i film che amo di più, ma tra quelli italiani certamente si. Preferisco riassumere così il mio intervento.