2001: Odissea nello Spazio

“Se qualcuno ha capito qualcosa, ciò significa che io ho sbagliato tutto”. Diceva così Stanley Kubrick riguardo a questa sua opera piuttosto imponente. Chissà, forse pecco di presunzione a voler scrivere due righe su uno dei lavori che all’appello dei film che hanno fatto la storia – del cinema e non – è fra i primi a rispondere “presente” (anche in ordine alfabetico, oltre che d’importanza, direi).
Non stiamo a farcela troppo lunga sulla trama: un monolito (a.k.a. un unico blocco massiccio di roccia) completamente nero, apparentemente dotato di intelligenza, influenza la vita dell’uomo fin dalle sue origini, anzi, fin dalla sua alba, per citare una didascalia del film. Un grosso blocco rettangolare di roccia nera che dona intelletto all’uomo e quest’ultimo si evolve… nel bene e nel male. Nel 2001, in seguito al ritrovamento di uno di questi monoliti sulla Luna, viene mandata una spedizione su Giove, dove il blocco di pietra ha inviato delle onde radio. L’astronave scelta per questa missione è controllata da HAL 9000, un computer dotato di una straordinaria intelligenza artificiale che è l’unico a sapere gli scopi della missione, tenuti invece nascosti ai membri dell’equipaggio. Succederanno cose strane sulla nave ed HAL sembra esserne il responsabile.
Non si può dire molto altro sulla trama, senza svelare cose che non si possono svelare.
2001: Odissea nello spazio è uno dei film di fantascienza fra i più degni di portare questo nome. Ok, è sicuramente una pellicola tanto lenta quanto di difficile interpretazione (anche chi scrive non c’ha capito proprio tutto), ma dal punto di vista tecnico è una perla: la trama scorre con estrema calma, ma se lasciamo in secondo piano il significato e ci concentriamo sulle immagini allora questa ci può davvero appassionare; lo stesso Kubrick ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di regalare agli spettatori un’esperienza visiva. Ogni tassello è collocato nel punto giusto. La mano di Kubrick è palese. La fotografia di Alcott e Unsworth è praticamente impeccabile, soprattutto nelle prime scene. La recitazione di Keir Dullea (unico vero protagonista effettivo del film) si adatta perfettamente ad un copione ed una sceneggiatura scritti con una maestria unica.
Parte sostanziale del film è la celeberrima colonna sonora presa in prestito da due Strauss, Così parlò Zarathustra di Richard e Sul bel Danubio blu di Johann, che accompagna le astronavi nel loro lento valzer.
La storia è ispirata dal libro La sentinella di Arthur C. Clarke, che, oltre ad affiancare il regista nella stesura della sceneggiatura, ha successivamente scritto un libro con lo stesso titolo e la stessa trama del film.
Piccola parentesi sul doppiaggio italiano: il regista si è epistolarmente complimentato con Gianfranco Bellini, per aver prestato ad HAL la miglior voce in assoluto.
In conclusione, sarebbe grazie ad un oggetto che ricorda una grossa lavagna molto spessa se oggi l’uomo è quello che è. 2001: Odissea nello spazio non è sicuramente un film leggero e scorrevole, non è sicuramente un film allegro, né tantomeno un film che mette a proprio agio, non è un film che si può guardare in qualsiasi momento – della giornata e della propria vita, in generale – ma è comunque un film che merita di essere preso fortemente in considerazione. Peccato solo che a 9 anni dal 2001, la realtà sia ben diversa da quella che aveva ipotizzato Kubrick… altro che astronavi!

VOTO: 8,5/10

Il Buono, che ha sudato per questa recensione!


Scheda tecnica
Titolo:
2001: Odissea nello Spazio
Titolo originale:
2001: A Space Odyssey
Regia:
Stanley Kubrick
Sceneggiatura:
Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke
Anno:
1968
Genere:
Fantascienza
Interpreti Principali:
Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester
Durata:
141 min
Nazionalità:
Gran Bretagna, USA
Colore:
Colore

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