Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e Ancora Primavera

Kim Ki-duk questa volta ci porta su una specie di palafitta galleggiante immersa in un lago in mezzo alla natura nella Corea del Sud. In questo luogo dimenticato dalla civiltà, si snodano le vite di due monaci. Ogni età della vita viene rappresenta e descritta attraverso una stagione. La fanciullezza con cui si apre il film è presentata dalla primavera. In questa età il bimbo viene educato da un Maestro, che gli insegna i precetti base della spiritualità attraverso la vita di tutti giorni e insegnamenti pratici. La seconda stagione è l'estate, qua il fanciullo è diventato un ragazzo e l'equilibrio che fin ora era rimasto stabile verrà sbilanciato da una donna, da un amore. Un amore che provocherà grosse problematiche. Poi sarà il tempo dell'autunno, il periodo della presa di coscienza, dell'abbandono e del pentimento. Questa è la parte dove probabilmente vi è maggiore condivisione da parte dei due monaci, dove verrà deciso il futuro. Poi abbiamo l'inverno che è la maturità, il momento in cui il giovane pentito diventerà il dedito monaco che affina gli insegnamenti ricevuti per poterli insegnare nuovamente. Cosa che avverrà con la nuova primavera, momento in cui un nuovo bambino verrà inserito in questo sentiero.
Kim Ki-duk ci presenta attraverso le immagini e il tempo le varie emozioni. Ci dimostra il cammino di un uomo attraverso le esperienze del tempo. La crescita, gli errori e la riappropriazione di ciò che siamo e ciò che abbiamo intorno. L'utilizzo dei dialoghi è veramente minimale, un classico per i film orientali, ma qui maggiormente presente perché non se ne sente il bisogno e perché Kim Ki-duk nasce prima come pittore e poi come regista. Sicuramente la location ricavata da un lago di Tawain è spettacolare e si accompagna con le sue stagioni alle mutazioni del cuore.
Si trovano diverse analogie con il libro Siddharta, (l'amore per una donna che lo porta lontano dal suo cammino, oppure il tentato suicidio) cioè il viaggio della vita per ottenere la pace.
Certo è che non è un film per tutti i palati, per tutti i gusti, ma se si è nello spirito giusto e con la voglia di restare in ascolto col cuore, con gl'occhi, troveremo delle lezioni interessanti e un modo di raccontare e di essere molto diverso da quello occidentale. Qualcosa che può aiutarci a comprendere noi stessi e ciò che abbiamo intorno.

Voto: 7.5/10

Il Brutto

Scheda Tecnica
Titolo:
Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e Ancora Primavera
Titolo originale:
Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom
Regia:
Kim Ki-Duk
Sceneggiature:
Kim Ki-Duk
Anno:
2003
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Oh Young-su, Kim Ki-duk, Kim Young-min
Durata:
103 min
Nazionalità:
Corea del Sud
Colore:
Colore

Ritorno al Futuro

Siamo nel 1985, Marty McFly è un adolescente come tanti altri, quando un suo strambo amico, il dottor Emmett "Doc" Brown, gli chiede di assisterlo in un suo esperimento scientifico. Si tratta di una macchina del tempo, costruita partendo da una DeLorean e alimentata a plutonio. Ovviamente il pericoloso carburante non si trova nella drogheria sotto casa, e infatti Doc ha dovuto rubarlo a dei terroristi libici, che sopraggiungono sul luogo dell'esperimento. Nel trambusto successivo, Marty si ritrova nella macchina e senza volerlo viaggia nel tempo fino a 30 anni prima senza possibilità di tornare indietro. Primo episodio della celebre trilogia, Ritorno al futuro è ormai un film di culto, grazie alla moltitudine di appassionati presenti ovunque nel mondo. È difficile parlare di una pellicola del genere, che sembra non avere difetti, e forse non li ha: grazie ad una sceneggiatura ad orologeria, dove ogni minimo particolare si incastra al posto giusto, a dei dialoghi fantastici, di cui andrebbe citata ogni singola battuta, a gag e scene divertentissime, tra doppi sensi ed incasinati paradossi temporali, ad attori perfetti nelle loro parti (nessuno meglio di Christopher Lloyd poteva interpretare uno scienziato così perfettamente squinternato, tra gestualità folli e occhi sbarrati) e ad una colonna sonora epica e coinvolgente, il film diverte in modo intelligente per tutte le due ore di durata. L'ambientazione degli anni '50 è ricreata minuziosamente, con tanto di musiche d'epoca a coronare il tutto. Ritorno al futuro alla prima occhiata non sembrerebbe un film che vuole trasmettere un messaggio o una morale, ma i temi trattati non sono per nulla banali, mostrandoci che il futuro non è ancora scritto e che possiamo cambiarlo con le nostre azioni. Ma morale a parte, questo rimane uno dei film più divertenti e coinvolgenti che abbia mai visto (grazie anche alle mille citazioni, curiosità o collegamenti con le pellicole successive), che si regge in piedi benissimo da solo, ma che è ancora meglio visto con i suoi due seguiti, che danno un senso di completezza all'opera. E la versione rimasterizzata vista al cinema in occasione del venticinquesimo anniversario riesce a migliorare ancora, se possibile, un film che dovrebbe essere visto da tutti, nessuno escluso.
VOTO: 8,5/10

Il Cattivo.

Scheda Tecnica
Titolo:
Ritorno Al Futuro
Titolo originale:
Back To The Future
Regia:
Robert Zemeckis
Sceneggiature:
Robert Zemeckis, Bob Gale
Anno:
1985
Genere:
Commedia fantascientifica
Interpreti Principali:
Michael J. Fox, Christopher Lloyd, Lea Thompson, Crispin Glover, Thomas F. Wilson
Durata:
117 min
Nazionalità:
Usa
Colore:
Colore

Django

Un pistolero vestito in uniforme nordista arriva in un fangoso paesino sulla frontiera messicana trascinando dietro di sé una bara. Da anni in quel luogo si fronteggiano due fazioni, quella messicana guidata dal generale Hugo e quella sudista capeggiata dal maggiore Jackson, e Django, questo il nome del pistolero, sembra avere qualche conto in sospeso con quest'ultimo. Per molti versi simile a Per un pugno di dollari (il cowboy solitario, una guerra tra bande rivali, una donna contesa), questo film parte però da un presupposto diverso, che cambia parecchie delle carte in tavola: il protagonista questa volta non è spinto dalla volontà di guadagnare montagne di dollari, ma da qualcosa di più viscerale, il desiderio di vendetta. Django non è interessato alle donne o al guadagno facile, ma è spinto solo dalla necessità di vendicarsi per poter lasciare alle spalle il suo passato misterioso. Questo conferisce alla pellicola un tono molto diverso da quella di Leone, esasperandone gli elementi innovativi, la violenza in primis, che tra stragi, pestaggi e torture è ben presente lungo tutta la durata del film. L'antieroe fondamentalmente simpatico che era Clint Eastwood diventa un personaggio triste e solitario, disposto a tutto pur di raggiungere il proprio scopo, e che non è interessato ad aiutare nessuno, nemmeno la donna che si è innamorata di lui. Il film è pervaso da un'atmosfera cupa e malinconica, grazie anche alle ambientazioni scelte ad hoc: paesaggi silenziosi, deserti e desolati, quasi spaventosi nella loro freddezza. Ottime le interpretazioni degli attori, primo su tutti Franco Nero nel ruolo del protagonista, che contribuisce a formare l'idea di pistolero solitario dagli occhi di ghiaccio che tutti noi conosciamo. Con Django, Sergio Corbucci dirige alla grande un film fondamentale per il genere western, tanto da dare origine a un seguito ufficiale chiamato Django 2 - Il grande ritorno, a più di trenta sequel non ufficiali che sfruttarono il nome Django, e ad un riadattamento da parte del regista Takashi Miike, che ha diretto il suo Sukiyaki Western Django rivisitando gli stereotipi classici degli spaghetti western in ottica giapponese (si, avete capito bene, cowboy con le katane!).
Quindi un film da vedere obbligatoriamente per gli appassionati di western all'italiana, ma che merita una visione anche solo per scoprire uno dei lavori più riusciti di uno dei filoni più importanti del cinema nostrano.
VOTO: 8/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Django
Regia:
Sergio Corbucci
Soggetto:
Franco Rossetti, Sergio Corbucci, Bruno Corbucci
Sceneggiatura:
Sergio Corbucci, Franco Rossetti
Anno:
1966
Genere:
Western
Interpreti Principali:
Franco Nero, José Bódalo, Loredana Cappelletti, Eduardo Fajardo
Durata:
94 min
Nazionalità:
Italia, Spagna, Francia
Colore:
Colore

Secret Window

In una bella casa in mezzo alla campagna di fronte a un lago vive lo scrittore Mort. In una condizione di degrado e leggera misantropia tenta di trovare l'ispirazione per un nuovo libro. Questa situazione è in gran parte dovuta alla moglie che ha chiesto il divorzio e ora vive con un'altro uomo. Un bel giorno arriva un certo Shooter, un uomo di campagna che accusa Mort di aver copiato un suo racconto: Secret Window. Mort sa di essere il vero inventore del racconto e cerca di far capire al bovaro Shooter che si sbaglia. Shooter però non è uno con cui si può ragionare e poco alla volta da dimostrazione della sua follia implacabile. Le azioni si susseguono sempre più vorticosamente e efferatamente fino al gran finale.
La fortuna di questo film è la scelta dell'attore protagonista. Jhonny Depp. Difatti la storia è un po' fiacca e la scelta di un attore che porti su se stesso l'attenzione permette al film di guadagnare qualche punto. Turturro scelto per interpretare Shooter sembra non trovarsi completamente a suo agio in questa parte, ma riesce comunque a svolgere in maniera sufficiente il suo lavoro. Sicuramente valida è la fotografia e azzeccate alcune inquadrature che tengono abbastanza vivo il ritmo del film.
Come in molti altri film ci viene mostrata la follia e le sue sfaccettature. Come le piccole cose con le dovute spinte e le giuste situazioni ci portino all'esasperazione. Certo è abbastanza evidente l'esagerazione delle situazioni per rendere più godibile il film. Manca però lo stile, la forza trasmissiva. Alla fine dei conti viene quindi da pensare che il film rispecchi proprio lo stile dei libri di Stephen King, ovvero una produzione non troppo curata ma possibilmente legata ad un successo commerciale.
Un prodotto mediocre, senza infamia e senza lode.

Voto: 6/10

Il brutto

Scheda Tecnica
Titolo:
Secret Window
Titolo originale:
Secret Window
Regia:
David Koepp
Soggetto:
Stephen King
Sceneggiature:
David Koepp
Anno:
2004
Genere:
Thriller
Interpreti Principali:
Jhonny Depp, John Turturro, Maria Bello
Durata:
97 min
Nazionalità:
Usa
Colore:
Colore

Blood Simple - Sangue Facile

Quando Marty scopre grazie ad un investigatore privato che la moglie lo tradisce, decide di commissionare al suddetto investigatore l'omicidio della coppia, ma le cose non andranno secondo i piani. Opera prima dei fratelli Coen, Blood Simple - Sangue Facile, va subito al sodo. La storia scorre velocemente, mantenendo lo spettatore attento a quello che succede sullo schermo; i personaggi non saranno molto approfonditi, ma la trama ben costruita e i colpi di scena improvvisi reggono bene per tutta la durata della pellicola. Molti dei temi approfonditi in futuro dai Coen (la violenza inutile, le scelte stupide che causano intricatissime e inaspettate conseguenze) si notano già in questo film dalle tinte noir, rafforzate da un forte uso delle ombre: spesso i personaggi rimangono avvolti nell'oscurità, come a sottolineare che nessuno di loro è affidabile e che tutti tramano alle spalle degli altri, che sia per tradire il marito, per assassinare la moglie infedele o per guadagnare soldi facili, ognuno ha qualcosa da nascondere, e per cui probabilmente è disposto ad uccidere. Debutto con il botto quindi per i Coen che con questo film dimostrano subito di cosa sono capaci e iniziano a tracciare la strada che percorreranno con i loro futuri lavori.
VOTO: 7,5/10

Il Cattivo.


Scheda tecnica
Titolo:
Blood Simple - Sangue Facile
Titolo originale:
Blood Simple
Regia:
Joel Coen (Ethan Coen non accreditato)
Sceneggiatura:
Joel Coen, Ethan Coen
Anno:
1984
Genere:
Drammatico, Thriller
Interpreti Principali:
John Getz, Frances McDormand, Dan Hedaya, M. Emmet Walsh
Durata:
99 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Il Cavaliere Oscuro

Ero scetticissimo prima della visione de Il cavaliere oscuro, previa visione di Batman begins; certo, Cristopher Nolan è una garanzia, ma Batman, come personaggio non mi ha mai attirato tanto. Anche i due film girati di Tim Burton non mi avevano entusiasmato così tanto, giusto un po’ quello con Pingiuno. E invece mi son dovuto ricredere!
In questo episodio l’uomo pipistrello si trova ad affrontare il Joker, lo psicopatico dal volto dipinto, diventato già un’icona del cinema e non. Ad aiutare l’eroe ci saranno Harvey Dent, il procuratore distrettuale osannato da tutti i cittadini e Jim Gordon, commissario che non si fa abbindolare dalla corruzione. Lo scopo del Joker, la cui unica regola è quella di non avere regole, è quello di far rinnegare a Batman l'unico suo principio: non uccidere mai nessuno.  Il criminale sarà appoggiato dalla mala, il cui obiettivo, invece, è quello di eliminare l'eroe mascherato, che sembra aver reso Gotham City una città meno pericolosa, a differenza di quella che è sempre stata la sua fama.
Il film di Christopher Nolan ci mostra un altro eroe mascherato: a differenza degli altri episodi – come i due di Burton o Batman begins, dello stesso Nolan –, in questo film c’è una morale più alta. Di solito le storie che hanno come protagonisti gli eroi dei fumetti finiscono per essere la classica lotta tra buono e cattivo con una trama più o meno complessa a fare da collante. In questo caso la trama è semplice, ma il messaggio che il film vuole lanciare, al di là delle figure che vengono usate, è piuttosto forte.
Il regista ha lavorato sia al soggetto che alla sceneggiatura, aiutato da David Goyer nel primo e dal fratello Jonathan nella seconda. La regia è di grande impatto: largo uso di carrellate; immagini forti e grande abilità nella valorizzazione dei personaggi.
Christian Bale, devo dirlo sinceramente, non è un attore che mi entusiasma, non che lo ritenga scarso, ma mi da come l’idea di essere piuttosto gasato; inoltre il doppiaggio di Claudio Santamaria non fa bene il suo dovere: l’attore italiano ci da una voce ed una parlata estremamente naturale, e questo sarebbe un pregio, se non ci si aspettasse già qualcosa di più impostato da parte di una persona come Bruce Wayne. Chi la fa da padrone, non c’è neanche bisogno di dirlo, è Heat Ledger, nella parte di Joker, acclamato dalle folle di spettatori e ingigantito anche dalla prematura morte dell'attore alla fine delle riprese del film; estremamente valorizzante il doppiaggio di Adriano Giannini per il folle criminale. Ottima anche l’interpretazione di Gordon da parte di Gary Oldman, attore di grande talento. Ritroviamo anche Michael Caine, già affianco a Bale in The prestige, nella parte del maggiordomo di casa Wayne.
Gli ultimi minuti del film ci snocciolano quella che è la morale forte di questa pellicola: morale che, in questo caso, è circoscritta ad una città e ad una cittadinanza, ma che può benissimo essere ampliata su molti campi diversi.

VOTO: 8/10

Il Buono



Scheda tecnica
Titolo:
Il Cavaliere Oscuro
Titolo originale:
The Dark Knight
Regia:
Christopher Nolan
Soggetto:
Christopher Nolan, David S. Goyer
Sceneggiatura:
Christopher Nolan, Jonathan Nolan
Anno:
2008
Genere:
Azione, crimine, drammatico, thriller
Interpreti Principali:
Christian Bale, Heat Ledger, Aaron Eckhart, Maggie Gyllenhaal, Gary Oldman, Michael Cane
Durata:
152 min
Nazionalità:
USA, Regno Unito
Colore:
Colore

Snatch - Lo Strappo

Seppur i toni siano prevalentemente quelli di una Londra piuttosto grigia, Snatch è un film assolutamente brillante!
La storia è quella di un gruppo piuttosto assortito di personaggi le cui azioni ruotano intorno ad un diamante di grosso valore. L’intreccio è talmente fitto che neanche dopo la seconda visione del film si ha un’idea precisa di come si svolga l’intera vicenda. Il fulcro centrale è quello dei combattimenti clandestini di boxe, e Turco, protagonista principale e narratore del film, si troverà a dover sbrogliare la matassa dei diversi casini che si verranno a creare. Un universo composto da zingari dal pugno forte, boss crudeli, rapinatori improvvisati e spietati killer.
L’intreccio denso è una delle caratteristiche dei film di Guy Ritchie, che in questa pellicola arriva al culmine della sua maestria. I personaggi sono caratterizzati in modo impeccabile, dai comportamenti all’abbigliamento. Le situazioni che si creano sono al limite dell’assurdo, ma tutte verosimili. La volgarità è un po’ gratuita, ma non forzata, ricordiamoci comunque che è un film popolato sostanzialmente dalla malavita. La trama si alterna in momenti esilaranti, momenti di puro cinismo e momenti che toccano anche la sfera emotiva.
Notevole la fotografia e azzeccati i vari ralenti od accelerazioni, tipiche dell’estetica del regista inglese.
Gli attori che popolano il film sembrano praticamente fatti apposta. Menzione obbligatoria per Jason Statham, attore che apprezzo sempre tantissimo, nei panni del Turco; Brad Pitt, altro personaggio forte all’interno della pellicola, nel ruolo di Mickey lo zingaro; inoltre troviamo nel cast Alan Ford, Vinnie Jones e Benicio Del Toro.
Vivamente consigliata la visione di questo film dove ogni personaggio lavora per sé, cercando di sfangarla, di imbrogliare il prossimo e, possibilmente, di non lasciarci le penne.

VOTO: 7/10

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
Snatch – Lo strappo
Titolo originale:
Snatch
Regia:
Guy Ritchie
Soggetto:
Guy Ritchie
Sceneggiatura:
Guy Ritchie
Anno:
2000
Genere:
Commedia, crimine
Interpreti Principali:
Jason Statham, Brad Pitt, Stephen Graham, Alan Ford, Vinnie Jones, Benicio Del Toro
Durata:
104 min
Nazionalità:
Regno Unito, USA
Colore:
Colore

Quarto Potere

Solo, nella sua enorme villa, il magnate Charles Foster Kane, muore pronunciando come ultima, enigmatica parola il nome Rosabella. Un giornalista decide quindi di indagare sulla vita del facoltoso personaggio, intervistando le persone che gli sono state più vicine e cercando di capire chi fosse la misteriosa Rosabella. Con Quarto Potere ci troviamo di fronte ad uno dei film più importanti della storia della cinematografia mondiale. Diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles (della serie: se vuoi le cose fatte bene te le devi fare da solo, grande Orson!), che diventa quindi il primo regista ad ottenere l'importanza totale come autore della pellicola, Quarto Potere potrebbe tranquillamente essere un film contemporaneo. La storia personale di Kane non è presentata in ordine cronologico, ma ripercorsa in modo casuale e frammentario, con continui flashback, e addirittura la ripetizione di eventi visti da punti di vista differenti. Welles lascia a noi il compito di riordinare i pezzi del puzzle di una vita solitaria vissuta accumulando tutto ciò che il denaro può comprare, per capire cosa ha reso Kane l'uomo che è diventato. Registicamente il film è una perla: per la prima volta viene data importanza ai piani sequenza, che sembrano spingere lo spettatore nella storia, aiutati da movimenti di macchina e usi particolari della cinepresa, abbandonando la leggibilità classica dell'immagine e puntando invece a trasmettere le emozioni che il protagonista tende a trattenere dentro di sé Fondamentale anche l'uso della prospettiva e della profondità di campo, che danno agli sfondi una rilevanza mai usata fino a quel momento. Enormi e sfarzose stanze deserte o piene di oggetti accatastati, vetrate e specchi che mostrano la scena da angoli diversi in un gioco continuo di riflessi, manifesti elettorali giganteschi alle spalle del protagonista, porte che si aprono su altre porte in una prospettiva quasi infinita, tutto è pensato e costruito per rappresentare al massimo la centralità e quindi la personalità del protagonista. Per non parlare della fotografia (e invece ne parlo): le luci sono fondamentali nel costruire le scene, dando un forte impatto visivo, illuminando determinati oggetti o personaggi e tagliandone e marcandone altri con le ombre; anche con questo elemento si abbandona l'immediatezza del cinema precedente, preferendogli un modo più artistico di usare l'illuminazione. Quarto Potere è un'opera d'arte a tutto tondo, e per di più è stato fondamentale per l'affermazione della figura del regista nelle realizzazione dei film, sdoganandolo dalle scelte popolari delle case di produzione e dandogli la possibilità di rappresentare i propri sentimenti e il proprio pensiero. Questi sono i film che mi fanno venire la voglia di lavorare nel mondo del cinema.
VOTO: 10/10

Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Quarto Potere
Titolo originale:
Citizen Kane
Regia:
Orson Welles
Soggetto:
Orson Welles
Sceneggiatura:
Orson Welles, Herman J. Mankiewicz
Anno:
1941
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Orson Welles, Joseph Cotten, Everett Sloane
Durata:
119 min
Nazionalità:
USA
Colore:
B/N

Inception

Che Christopher Nolan sia particolarmente folle ormai è risaputo, basti citare Memento o The prestige. Con Inception però le cose si complicano un po’ a livello di trama.
Dom Cobb è il più abile degli estrattori, persone che hanno la capacità di infiltrarsi nei sogni altrui per recuperare informazioni dal subconscio. Dopo un’operazione fallita gli viene commissionato un lavoro particolare: invece di rubare dei dati, deve fare l’operazione inversa, innestare un’idea (da qui il titolo del film). Si forma così una squadra di professionisti, ognuno con un compito ben preciso, per portare a termine la missione. Ovviamente la cosa si complicherà più del dovuto, soprattutto a causa dell’interferenza dei sogni e dei ricordi di Cobb.
Guardando il film, una delle prime impressioni che si hanno è che sicuramente c’è un fortissimo richiamo a Matrix, non solo a livello contenutistico.
La pellicola di Nolan è notevole: dal punto di vista della regia è un lavoro ben fatto, piuttosto interessate, largo uso – ma non abuso – di effetti speciali e trovate notevoli. È però inevitabile una critica negativa allo spessore della sceneggiatura: il tema dei sogni strutturati a matrioska (un sogno nel sogno, e così via) è molto interessante, ma forse viene dato troppo per scontato lasciando troppo spazio alle scene d’azione. La componente psicologica del film dovrebbe essere fortissima, specie trattandosi della sfera onirica, ed invece allo spettatore viene spiegato il “cosa”, ma poco il “come” ed il “perché”, e il regista si lascia andare a troppi colpi di pallottole e inseguimenti. In pratica, in alcuni momenti si ha l’idea che lo scopo fosse quello di fare un film d’azione infarcito di una componente metafisica.
Proprio come nei due film citati all’inizio di questa recensione, il fattore scatenante delle complicazioni nello svolgimento della storia è l’amore, cui il regista sembra tenere particolarmente.
Buona la recitazione di Leonardo DiCaprio e Marion Cotillard, attrice dotata di una forte sensualità; un po’ fiacca, ma probabilmente già da copione, la parte di Ellen Page (alias Juno) che viene presentata come una figura centrale, il quale ruolo viene un po’ lasciato in sospeso con lo scorrere della pellicola.
Ci tengo a precisare che mi ha entusiasmato abbastanza per la sua parte più intellettuale, ma, come ho già detto, dopo averlo digerito bene ci si può rendere conto che proprio questa parte avrebbe potuto essere approfondita maggiormente. Complessivamente un lavoro più che sufficiente, ma dal quale ci si aspettava qualcosina di più.

VOTO: 7,5/10

Il Buono


Scheda tecnica
Titolo:
Inception
Regia:
Christopher Nolan
Soggetto:
Christopher Nolan
Sceneggiatura:
Christopher Nolan
Anno:
2010
Genere:
Fantascienza, thriller, azione
Interpreti Principali:
Leonardo DiCaprio, Ellen Page, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt
Durata:
148 min
Nazionalità:
USA, Regno Unito
Colore:
Colore