La Casa

Questo è il primo post di una serie, prossimamente arriveranno anche le altre che mancano per completare la trilogia de La Casa.

Un gruppo di amici decide di passare un weekend in uno chalet di montagna nascosto tra i boschi e affittato per l'occasione. Arrivati sul posto iniziano ad accadere eventi sovrannaturali: i ragazzi trovano in cantina un vecchio libro, il Necronomicon, e un registratore, su cui sono incise delle parole misteriose che risvegliano gli spiriti dei defunti. I demoni diverranno sempre più aggressivi e i giovani si ritroveranno a combattere per la sopravvivenza. Primo film del regista Sam Raimi (precedentemente aveva girato solo cortometraggi), La Casa è un horror prodotto con un budget bassissimo, le riprese sono state fatte durante i weekend, gli oggetti di scena o gli ambienti appartengono al regista o agli attori, che sono tutti conoscenti o parenti di Raimi. Questi apparenti limiti però non hanno fermato il regista, che è riuscito a creare scene cult, divenute punto di partenza per gli episodi successivi della serie e per la sua carriera nel mondo del cinema. Le riprese dello spirito che si muove raso terra (il meccanismo che permette alla telecamera di filmare in questo modo è stato ideato da Raimi sul set), i litri e litri di sangue, le sostanze disgustose che colano e vengono spruzzate dal corpo dei demoni (usate in realtà per abbassare il livello di splatter e quindi eludere la censura), il personaggio di Ash (Bruce Campbell), gli accenni di sottile ironia e il finale aperto e fulmineo sono tutti elementi che ritorneranno prepotentemente ne La Casa 2, e che fanno di questo primo episodio un classico del cinema horror. Una visione obbligata per tutti gli amanti del genere, non vi spaventerà molto, anche a causa degli effetti abbastanza "vecchi", ma non vi lascerà prendere fiato fino all'arrivo dei titoli di coda.
VOTO: 7,5/10

Il Cattivo.

Scheda Tecnica
Titolo:
La Casa
Titolo Originale:
The Evil Dead
Regia:
Sam Raimi
Soggetto:
Sam Raimi
Sceneggiatura:
Sam Raimi
Anno:
1981
Genere:
Horror, Splatter
Interpreti Principali:
Bruce Campbell, Ellen Sandweiss, Richard Demanicor, Betsy Baker, Teresa Tilly
Durata:
85 minuti
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Gran Torino

Sì, lo ammetto, anche io la prima volta che vidi la locandina di questo film pensai subito che Clint Eastwood avesse voluto, per qualche ragione, elogiare il calcio italiano. Poi vedendo il film capisci il perché di questo titolo.
Walt Kowalski è un uomo ormai piuttosto vecchio, estremamente burbero e esplicitamente razzista. Dopo il funerale della moglie si rende conto che non sono poi molte le cose che gli sono rimaste. Ma tra queste c’è sicuramente una Ford del ’72, modello Gran Torino che il nostro cura come una figlia. Ormai parla solo con la cagna, visto che non parla volentieri coi figli, né tantomeno con i suoi vicini di casa, una famiglia di asiatici della comunità Hmong. Essendo Walt un veterano della guerra di Corea, non ha mai visto di buon’occhio i “musi gialli”, tant’è che sembra volerli fare fuori tutti quando questi s’introducono quasi a forza nella sua vita. Ma sarà proprio quest’incontro a cambiare radicalmente la sua vita che sembra giunta ormai quasi al termine.
Gran Torino è un film quasi impeccabile. Un film lento ma che non annoia; privo di particolari colpi di scena ma che tiene viva l’attenzione per quasi due ore.
Clint Eastwood, che sta sia davanti che dietro la macchina da presa, è senza ombra di dubbio uno che sa il fatto suo; alterna momenti di riflessione a momenti assolutamente esilaranti, nella loro cruda semplicità. Presta il suo volto da ottantenne, pregno di storia, a dei primi piani grandiosi!
Una pellicola che non ha toni particolari, i colori sono piuttosto spenti se vogliamo, o comunque molto vicini alla realtà, ma è questo che serviva a rendere bene la storia scritta da Dave Johannson e Nick Schenk.
Ciò che forse stona un po’ sono gli attori non professionisti. I due interpreti principali, oltre ad Eastwood, sono stati presi in un casting aperto alle comunità Hmong di alcuni paesi americani, e non sono proprio delle cime nella recitazione. Mi permetto anche di dire che il doppiaggio italiano non ha giovato in questo senso. Ma poco importa: la figura di cui questo film vuole farci innamorare (e ci riesce!) è quella di Walt, un uomo che, prossimo ormai alla morte, si redime dei suoi errori e dimostra di essere ciò che mai avremmo pensato.

VOTO: 8/10

Il Buono
(con una piccolissima e quasi inutile partecipazione del Cattivo per una questione sintattica)

Scheda tecnica
Titolo:
Gran Torino
Regia:
Clint Eastwood
Soggetto:
Dave Johannson, Nick Schenk
Sceneggiatura:
Dave Johannson e Nick Schenk
Anno:
2008
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Clint Eastwood, Christopher Carley, Bee Vang, Ahney Her
Durata:
116 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Monty Python - Il Senso della Vita

Dopo aver parlato dei fratelli Marx, di Mel Brooks, di John Belushi e di Bud Spencer e Terence Hill non potevo evitare di scrivere qualcosa su uno dei gruppi di comici migliori della storia del cinema e della televisione: i Monty Python. Il Senso della Vita è il quarto lungometraggio del gruppo, e come ci avverte il titolo, si propone di trattare il tema filosofico per eccellenza, la spiegazione dell'esistenza umana. Ovviamente dai Pythons non ci si può aspettare nulla di troppo normale, quindi ci ritroviamo a vedere un film diviso in episodi che ripercorrono gli avvenimenti principali della vita di tutte le persone: la nascita, il periodo della crescita, la vecchiaia e così via. Molto simile per forma quindi al Circo Volante (il programma televisivo del gruppo) ne differisce però come contenuti: Il Senso della Vita infatti risulta essere meno anarchico e sregolato, ma più sottile e pungente, costruito maggiormente lungo un filo conduttore. Non fraintendetemi, il nonsense, la comicità surreale e le assurdità varie sono presenti (eccome! basta vedere la metà del film), ma la pellicola sfrutta soprattutto il loro umorismo inglese, intelligente e cinico. I Pythons non risparmiando nessuno, tirando in causa la religione, la morte, la guerra, la sessualità, sfornando una satira totale che tocca tutti gli argomenti considerati tabù, fregandosene di tutto e di tutti, e dichiarandolo apertamente. Il Senso della Vita non è quindi un film adatto a chiunque, data la sua comicità intelligente e non accessibile al primo impatto, e al suo abbandono completo del buon gusto (litri e litri di vomito, fegati estratti da persone vive, donne nude e chi più ne ha più ne metta), ma che saprà essere apprezzato da chi non si ferma a delle facili risate provocate da una comicità più grossolana. Siate pronti a tutto se decidete di vederlo!
VOTO: 8/10

Il Tristo Mietitore... ehm, Il Cattivo.

Scheda tecnica
Titolo:
Monty Python - Il Senso Della Vita
Titolo originale:
Monty Python's The Meaning Of Life
Regia:
Terry Gilliam, Terry Jones
Soggetto:
Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin
Sceneggiatura:
Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin
Anno:
1983
Genere:
Commedia
Interpreti Principali:
Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin
Durata:
107 min
Nazionalità:
Gran Bretagna
Colore:
Colore

A-Team

Che bello rivedere le gesta tanto incredibili quanto trash dell'A-team!

Per coloro che ancora non lo conoscessero l'A-team è composto da quattro personaggi: Il colonnello Hannibal (Liam Neeson), Sberla (Bradley Cooper), Murdock e il mitico P.E. Baracus.

La storia non è particolarmente intricata. Il colonnello Hannibal una volta terminata una missione nel medioriente, viene informato di una missione molto complessa che però non gli verrà affidata. Chiaramente contravvenendo a questi ordini, Hannibal rimette insieme il team e si catapulta nell'impresa. Impresa che però porterà in prigione i membri del team per mezzo di una trappola ben architettata. I quattro però non ci stanno ed evadono di prigione per risolvere la situazione che li aveva incastrati e trovare i veri responsabili. Il regista Joe Carnahan riesce a far convivere insieme due componenti che spesso non si accoppiano. Da una parte produce il classico prodotto di largo consumo, molto facilmente fruibile che accontenta più o meno tutti. Dall'altra riesce comunque a dare un'impronta personale al film, quasi reinterpretando la serie e mettendo insieme scene ben costruite, si rifà all'aspetto più goliardico, esilarante ma mostrando buon gusto. Chiaramente essendo un prodotto essenzialmente commerciale mancano certi accorgimenti registici, oppure un approfondimento della storia e della psicologia dei personaggi. Ma questo non è lo scopo del film. Molto divertenti sono i momenti di attrito fra P.E. e Murdock, infatti (come nella serie) P.E. non si fida di Murdock e della sua guida degli aereoplani. Rispetto ad Hannibal il vero protagonista sembra essere Sberla (almeno nella seconda parte di film) che è brillante, don giovanni, e ha anche doti di organizzazione. Tutto sommato è un film piacevole per una serata in compagnia con gl'amici, senza impegno, facendo un tuffo nei ricordi.

Siamo sicuri che coloro che vogliono essere i nostri amici non siano invece coloro che cercano solo il loro interesse?

Voto: 7

Il brutto


Scheda Tecnica:
Titolo:
A-Team
Regia:
Joe Carnahan
Sceneggiatura:
Brian Bloom, Skip Woods
Anno:
2010
Genere:
Azione
Interpreti Principali:
Liam Neeson, Bradley Cooper, Jessica Biel, Sharito Copley, Quinton Jackson
Durata:
107 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

2001: Odissea nello Spazio

“Se qualcuno ha capito qualcosa, ciò significa che io ho sbagliato tutto”. Diceva così Stanley Kubrick riguardo a questa sua opera piuttosto imponente. Chissà, forse pecco di presunzione a voler scrivere due righe su uno dei lavori che all’appello dei film che hanno fatto la storia – del cinema e non – è fra i primi a rispondere “presente” (anche in ordine alfabetico, oltre che d’importanza, direi).
Non stiamo a farcela troppo lunga sulla trama: un monolito (a.k.a. un unico blocco massiccio di roccia) completamente nero, apparentemente dotato di intelligenza, influenza la vita dell’uomo fin dalle sue origini, anzi, fin dalla sua alba, per citare una didascalia del film. Un grosso blocco rettangolare di roccia nera che dona intelletto all’uomo e quest’ultimo si evolve… nel bene e nel male. Nel 2001, in seguito al ritrovamento di uno di questi monoliti sulla Luna, viene mandata una spedizione su Giove, dove il blocco di pietra ha inviato delle onde radio. L’astronave scelta per questa missione è controllata da HAL 9000, un computer dotato di una straordinaria intelligenza artificiale che è l’unico a sapere gli scopi della missione, tenuti invece nascosti ai membri dell’equipaggio. Succederanno cose strane sulla nave ed HAL sembra esserne il responsabile.
Non si può dire molto altro sulla trama, senza svelare cose che non si possono svelare.
2001: Odissea nello spazio è uno dei film di fantascienza fra i più degni di portare questo nome. Ok, è sicuramente una pellicola tanto lenta quanto di difficile interpretazione (anche chi scrive non c’ha capito proprio tutto), ma dal punto di vista tecnico è una perla: la trama scorre con estrema calma, ma se lasciamo in secondo piano il significato e ci concentriamo sulle immagini allora questa ci può davvero appassionare; lo stesso Kubrick ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di regalare agli spettatori un’esperienza visiva. Ogni tassello è collocato nel punto giusto. La mano di Kubrick è palese. La fotografia di Alcott e Unsworth è praticamente impeccabile, soprattutto nelle prime scene. La recitazione di Keir Dullea (unico vero protagonista effettivo del film) si adatta perfettamente ad un copione ed una sceneggiatura scritti con una maestria unica.
Parte sostanziale del film è la celeberrima colonna sonora presa in prestito da due Strauss, Così parlò Zarathustra di Richard e Sul bel Danubio blu di Johann, che accompagna le astronavi nel loro lento valzer.
La storia è ispirata dal libro La sentinella di Arthur C. Clarke, che, oltre ad affiancare il regista nella stesura della sceneggiatura, ha successivamente scritto un libro con lo stesso titolo e la stessa trama del film.
Piccola parentesi sul doppiaggio italiano: il regista si è epistolarmente complimentato con Gianfranco Bellini, per aver prestato ad HAL la miglior voce in assoluto.
In conclusione, sarebbe grazie ad un oggetto che ricorda una grossa lavagna molto spessa se oggi l’uomo è quello che è. 2001: Odissea nello spazio non è sicuramente un film leggero e scorrevole, non è sicuramente un film allegro, né tantomeno un film che mette a proprio agio, non è un film che si può guardare in qualsiasi momento – della giornata e della propria vita, in generale – ma è comunque un film che merita di essere preso fortemente in considerazione. Peccato solo che a 9 anni dal 2001, la realtà sia ben diversa da quella che aveva ipotizzato Kubrick… altro che astronavi!

VOTO: 8,5/10

Il Buono, che ha sudato per questa recensione!


Scheda tecnica
Titolo:
2001: Odissea nello Spazio
Titolo originale:
2001: A Space Odyssey
Regia:
Stanley Kubrick
Sceneggiatura:
Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke
Anno:
1968
Genere:
Fantascienza
Interpreti Principali:
Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester
Durata:
141 min
Nazionalità:
Gran Bretagna, USA
Colore:
Colore

Batman (1966)

I peggiori supercriminali hanno deciso di unire le loro forze per conquistare il mondo, spetterà a Batman e Robin fermare il malefico gruppo formato da Pinguino, l'Enigmista, Catwoman e il Joker (questi ultimi ribattezzati per l'occasione rispettivamente la Donna Gatto e il Jolly). LSD. Questa è la parola che balza alla mente vedendo il primo lungometraggio dedicato all'uomo pipistrello: gli autori dovevano necessariamente essere sotto effetto di acidi quando hanno scritto questa pellicola. Nato come spin-off della popolare serie televisiva, Batman: The Movie ripropone gli elementi che avevano portato al successo il telefilm: costumi ridicoli e sgargianti, scazzottate (con tanto di onomatopee! Sbam! Crash! Splash! Zip!) e gadget con il prefisso BAT (Bat-mobile, Bat-cottero, Bat-scafo, fino al Bat-sonnifero e alla Bat-corda). Il film è un delirio continuo: il panzuto Adam West, infilatosi nella grigia calzamaglia del supereroe ci regala una perla dietro l'altra. Ogni scena o scambio di battute sarebbe da citare e ricordare per il ridicolo involontario (o volontario?) che getta sui personaggi. Le continue esclamazioni di Robin (Santo Popcorn! Santo Infarto!), gli assurdi indovinelli dell'Enigmista scritti in maniera inspiegabile nel cielo e le ancora più assurde soluzioni date dal Duo Dinamico ("Cos'ha la buccia e scrive?"-"Una banana a sfera!"), le risse con tanto di effetti sonori da cartone animato, le ridicole locations (la base dei criminali è una specie di salotto dismesso sopra una locanda piena di marinai ubriachi...), la stupidità intrinseca dei personaggi (un ammiraglio del Pentagono vende un sottomarino pre-atomico ad un certo P. N. Guino!), i baffi del Joker (evidentemente non voleva proprio tagliarseli e se li è fatti dipingere come il resto della faccia), le esplosioni, ehm, cioè le Bat-cariche, disegnate con il pennarello sulla pellicola, e parecchie altre assurdità varie rendono questa pellicola un capolavoro del cinema trash. Due in particolare le scene da ricordare: Batman che vuole liberarsi di una bomba correndo di qua e di là per il porto, cercando di evitare di ferire gli innocenti, e finendo per esclamare "Certi giorni non riesci proprio a liberarti di una bomba!", e la lotta tra l'uomo pipistrello e un temibile squalo finto che gli azzanna la gamba: notevoli i rumori gommosi dei pugni con cui il nostro eroe colpisce l'animale. Inoltre lo squalo, dopo essere stato allontanato grazie al Bat-repellente per squali (ovviamente!) esploderà! Pellicola adatta agli amanti del trash o per una visione in compagnia degli amici giusti. L'unico difetto è l'eccessiva lunghezza, ben un'ora e quaranta: dopo tutto questo tempo le stupidaggini che all'inizio facevano ridere diventano stancanti. Sconsigliato alla maggior parte delle persone, che probabilmente lo riterrebbero un'idiozia totale (e forse lo è).
VOTO: 5,5/10
VOTO (dal mio intrinseco punto di vista trash): 7,5/10

Il Cattivo.


Scheda Tecnica
Titolo:
Batman
Regia:
Leslie H. Martinson
Soggetto:
Bob Kane (Fumetto)
Sceneggiatura:
Lorenzo Semple Jr.
Anno:
1966
Genere:
Azione, Supereroi
Interpreti Principali:
Adam West, Burt Ward, Cesar Romero, Burgess Meredith
Durata:
105 minuti
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

K-PAX - Da un Altro Mondo

K-PAX mi è piaciuto non per com’è, ma per come non è.
Il dottor Mark Powell è uno psichiatra che si trova tra le mani un paziente alquanto bizzarro: dice di chiamarsi Prot e di venire dal pianeta K-PAX. Ovviamente sulle prime può sembrare un malato come tanti e viene trattato di conseguenza, ma durante le varie sedute Prot risponde alle domande del dottor Powell in modo così esaustivo e convincente da far sembrare vero ciò che dice; la sua mancanza di ogni atteggiamento tipico di uno squilibrato, e la totale assenza di reazione ai medicinali, lasciano perplesso lo psichiatra. Inoltre il suo arrivo porta un’aria piuttosto positiva in tutto il manicomio, sembra che alcuni dei malati siano parzialmente guariti. Starà al dottor Powell capire chi è veramente Prot, se è chi dice di essere, o se è davvero uno schizofrenico molto convincente.
La scena è tenuta quasi completamente da Jeff Bridges e Kevin Spacey, rispettivamente il dottore e il k-paxiano. Il ruolo affidato a Bridges non lascia troppa carta bianca in quanto a estro creativo nell'interpretazione e quindi è Spacey che tiene banco col suo talento.
Portando su pellicola l’omonimo romanzo di Gene Brewer, Iain Softely è riuscito a fare un film riuscito (scusate il giochino di parole): oltre a tutta la morale filosofica, come la teoria dell’eterno ritorno, c’è una forte componente fantascientifica ed il regista, secondo me, è stato molto intelligente a non lasciarsi andare all’uso sfrenato di effetti speciali, difatti non ce ne sono per niente e questo rende il film molto più emotivamente coinvolgente di come non sarebbe stato con raggi di luce a destra e a manca e rumori di laser fotonici. E questo discorso spiega la mia frase introduttiva.
K-PAX è un film che richiama alcune tematiche forti, già sentite magari, ma comunque di un certo peso e poi le affronta forse in modo un po’ sbrigativo, ma è comunque un film che merita assolutamente di essere visto.

VOTO: 7/10

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
K-PAX – Da un altro mondo
Titolo originale:
K-PAX
Regia:
Iain Softely
Soggetto:
Gene Brewer (romanzo)
Sceneggiatura:
Charles Leavitt
Anno:
2001
Genere:
Fantascienza, drammatico
Interpreti Principali:
Kevin Spacey, Jeff Bridges, David Patrick Kelly, Saul Williams
Durata:
120 min
Nazionalità:
USA, Germania
Colore:
Colore

Nati con la Camicia

Dopo essersi incontrati per caso in un bar, l'ex galeotto Doug e il giramondo Rosco finiscono per essere scambiati per due agenti segreti della CIA e si trovano a dover sventare i piani del misterioso K1. Quattordicesimo film della coppia Bud Spencer-Terence Hill, Nati con la camicia risulta uno dei meglio riusciti. Le classiche scazzottate sono inserite soprattutto nella seconda parte della pellicola, creando così un ritmo in crescendo, né troppo lento, né troppo veloce. Gag fisiche e battute demenziali sono ben bilanciate, anche se le seconde sono più accentuate rispetto agli altri film del duo ("Ok Mason, torniamo all'ovile!" "Eh! Due ova ci stanno bene."). Si notano infatti dei tentativi di andare oltre alla solita formula Bud Spencer scorbutico + Terence Hill sbruffone e dongiovanni + cattivi vari = tante botte. Gli approcci alle donzelle di Terence sono ridotti al minimo, e Bud risulta più socievole e chiacchierone (sempre nei limiti del personaggio, ovviamente...). Le trovate sentono un po' il peso degli anni, ma strappano sempre più di una risata, grazie anche alla volontà di rinnovare un po' il tutto con elementi assurdi che movimentano la pellicola (il cameriere cieco che porta in giro oggetti fragili durante la rissa in cucina, o su tutte l'ascensore segreto che trasporta i nostri due eroi dal bagno di un bar direttamente su una nave in mezzo all'oceano!). Divertimento assicurato per tutti.
VOTO: 7,5/10 (Non paragonate il voto agli altri che ho dato, consideratelo nel contesto)

Il Cattivo.

Scheda Tecnica
Titolo:
Nati Con La Camicia
Titolo Originale:
Go For It
Regia:
E. B. Clutcher
Soggetto:
Marco Barboni
Sceneggiatura:
Marco Barboni
Anno:
1983
Genere:
Commedia, Azione
Interpreti Principali:
Bud Spencer, Terence Hill, Buffy Dee
Durata:
104 minuti
Nazionalità:
Italia/USA
Colore:
Colore

The Black Dahlia

Questa è la volta di un noir. The Black Dahlia. De Palma questa volta mette su pellicola il romanzo omonimo di James Ellroy. La trama è parecchio complessa e la scelta (probabilmente di genere commerciale) di tenere il film nelle due ore rende il film poco approfondito e molte questioni risolte con qualche rapido fotogramma. Ma procediamo prima con la storia. La storia è raccontata attraverso Bucky Bleichert (Josh Hartnett) un ex-pugile diventato poliziotto, al suo fianco c'è il collega Lee Blanchard (Aron Eckhart), anch'esso ex-pugile diventato poliziotto. A completare il quadro c'è Kay (Scarlett Johansson) ufficialmente fidanzata di Lee, ma che fin dal primo sguardo rimane legata intimamente a Bucky. Bucky e Lee stanno seguendo un caso di omicidio di una ragazza detta la Dalila Nera. Più si addentrano nel caso e più le loro strade sembrano prendere vie diverse. Lee è talmente assorbito dal caso da iniziare ad andare fuori di senno. Invece Bucky conosce Madelaine Linscott (Hilary Swank) con cui inizia una relazione dalle strane situazioni. Kay subisce questa situazione rimanendo abbandonata a se stessa e messa da parte da entrambi. Vedremo che poi col procedere del film tutte le strade si uniranno a formare il senso completo del film. Senso però che deve essere ricercato da una visione particolarmente attenta e oculata di ciò che accade. Se infatti la prima parte del film risulta accattivante e di buon stile, la seconda diventa una rincorsa per terminare tutti i punti aperti precedentemente. Peccato davvero, perché le atmosfere anni 40 e i toni noir della voce narrante danno un'idea molto precisa della dura Los Angeles. Proprio come Curtis Hanson ci aveva fatto vedere in L.A. confidential tratto anch'esso dall'ominimo libro di Ellroy. Ma la trasposizione di Hanson sembra più forte, più carica (anche qui la trama è fitta e le azioni incessanti) forse perché gl'attori sono più espressivi, più azzeccati. Nonostante il cast potenzialmente efficace scelto da De Palma, colei che più spicca è la semi sconosciuta Mia Kirshner che interpreta la Dalila Nera. Presente in poche scene ma che da carattere al personaggio. Promosso anche Eckhart, mentre il resto del cast risulta sottotono, non ben inserito. De Palma riesce comunque a tenere in piedi un film attraverso la regia che scopre poco alla volta i colpi di scena e tiene fino all'ultimo aperte diverse possibilità. Bella anche la scelta di inserire come elemento nella trama L'uomo che ride film muto del 1928.

Spesso sono le situazioni a portarci dove siamo, e siamo costretti a dire bugie o a nascondere qualcosa, ma quando lo facciamo è per il nostro bene o per quello delle persone a cui vogliamo bene?

Voto 6/10

Vs Brutto

Scheda Tecnica
Titolo
The Black Dahlia
Titolo originale:
The Black Dahlia
Regia:
Brian De Palma
Soggetto:
James Ellroy
Sceneggiatura:
Josh Friedman
Anno:
2006
Genere:
Noir, Thriller
Interpreti Principali:
Josh Hartnett, Scarlett Johansson, Hilary Swank, Aaron Eckhart, Mia Kirshner, Noel Arthur, Rose McGowan
Durata:
120 min
Nazionalità:
USA, Bulgaria
Colore:
Colore