Gentili lettori, gentili lettrici, l'estate è arrivata anche per noi.
Il Buono sarà anche buono, ma un po' di vacanza gliela volete far fare?
Il Brutto sarà anche brutto... ma anche lui se la merita dai!
Il Cattivo forse non se la merita, ma l'hard disk del suo Mac ha deciso di bruciarsi, quindi, anche se va in vacanza, la sua punizione l'ha avuta!
Tutto questo inutile preambolo per avvisarvi che l'attività del blog riprenderà regolarmente a settembre.

VOTO: 7... ah no! Scusate, deformazione professionale!

Buone vacanze, buon viaggio, buon appetito e buono pasto a tutti!!!

Lo staff.

Pirati dei Caraibi - Ai Confini del Mondo

Siamo in tempi di vacanza, quindi la produzione è un po' meno frequente... Intanto sempre io, il Buono, continuo a sgobbare!!! Scherzi a parte, poi prometto che me ne sto zitto per un po'.

Allora, intanto precisiamo che è inutile partire prevenuti su film di questo genere. Basta fare un ragionamento, valido anche per la saga del maghetto occhialuto che risponde al nome di Harry Potter: sono film che hanno dietro un gruppo grossissimo di gente, produttori di un certo livello e un budget altissimo, quindi, almeno a livello tecnico, sarà difficile che siano fatti male. No?
E anche per Ai confini del mondo, terzo capitolo della saga di Pirati dei Caraibi, il discorso è lo stesso. La trama non sarà degna per i cinefili più accaniti – del resto è comunque un film della Disney, prevalentemente mirato per un target che non superi i 15 anni – ma non si può certo dire che sia un film mal riuscito.
Con la scusa di recensire questo terzo capitolo di una saga che ancora non si sa quanti episodi debba contare, spenderò qualche parola anche sui primi due.
A livello di trama cercherò di essere breve, riassumendo tutti e tre i film: il celeberrimo (sia nel film che nella realtà, ormai) pirata capitan Jack Sparrow cerca una ciurma ed una nave per tornare a solcare i mari issando bandiera nera; insieme a lui, protagonisti della storia diventeranno la bella Elizabeth Swann e William Turner, due giovani innamorati, dapprima totalmente avversi alla pirateria, che sceglieranno però di stare dalla parte dei corsari. Sparrow riuscirà a riprendere la sua vecchia nave, la Perla Nera, dalla quale era stato esiliato, e metterà insieme una ciurma piuttosto disparata con la quale dovrà affrontare svariate prove non proprio semplici. In questo episodio l’intera confraternita di pirati si troverà ad affrontare la Compagnia delle Indie Orientali, che vuole eliminare la pirateria, e si servirà dell’aiuto di Davy Jones, tramite un ricatto.
Sì, come vedete la trama è tipica di un film firmato Walt Disney, ma come dicevo prima, tutto il prodotto risulta essere piuttosto piacevole. Ok, ci saranno alcuni cliché (i buoni che sono cattivi ed i cattivi che sono buoni, per esempio) ma tecnicamente parlando c’è poco da ridire, anzi, in questo terzo capitolo, in particolare, ci sono alcune chicche nella composizione fotografica che non sono affatto male. Poi chiaramente effetti speciali a iosa, e scene di combattimenti che non finiscono mai (ma se avete retto alla guerra de Il ritorno del Re, ultimo episodio della trilogia di Frodo e compagni, questa non l’accuserete nemmeno).
Sono Ted Elliot e Terry Rossio (già collaboratori per le sceneggiature di Shreck e La leggenda di Zorro) che hanno dato il via allo script della saga, mentre la regia è stata affidata a Gore Verbinski (affermato per film non proprio simili come The ring e Un topolino sotto sfratto).
Ciò che rende sicuramente famosa la pellicola però è sicuramente l’interpretazione di Johnny Depp nel ruolo di capitan Jack Sparrow: un personaggio decisamente fuori dalle righe, che sembra costantemente fatto di oppiacei, e che si muove in modo piuttosto bizzarro. Il comportamento stravagante di Sparrow viene attenuato man mano che si procede con la saga, il che è un bene, perché specialmente nel primo film risultava essere piuttosto eccessivo. Prova sufficiente anche per Orlando Bloom e Keira Knightley (alla quale però, secondo me, è toccata una voce non adatta nel doppiaggio italiano).
In conclusione, se volete vedervi qualcosa di più leggero (nonostante nessuno dei tre episodi scenda sotto le due ore) questo film, previa visione dei primi due capitoli, risulterà essere piuttosto piacevole.

VOTO: 6,5/10

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo
Titolo originale:
Pirates of the Caribbean: At World's End
Regia:
Gore Verbinski
Soggetto:
Ted Elliott, Terry Rossio, Stuart Beattie, Jay Wolpert
Sceneggiatura:
Ted Elliott, Terry Rossio
Anno:
2007
Genere:Avventura, commedia, fantasy
Interpreti Principali:
Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Geoffrey Rush
Durata:
169 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

Wanted - Scegli il Tuo Destino

Il Cattivo è stato risucchiato da un buco nero che, già che c’era, gli ha mandato in panne la connessione, il Brutto, beh… la conosciamo tutti la prolificità del Brutto (tvb Gus)! Quindi è mio l’onore e l’onere di continuare a tenere attivo questo blog.

Ispirato all'omonimo fumetto di Mark Millar, Wanted è la storia di Wesley Gibson (James McAvoy), uno sbarbatello piuttosto sfigato e soggetto alle angherie della  grassa e frustrata datrice di lavoro. Inoltre la sua ragazza gli mette un bel paio di corna col suo migliore amico, nonché collega. Una sera, mentre sta acquistando degli ansiolitici viene coinvolto in una sparatoria tra un uomo e una donna: lei che tenta di salvarlo, lui che tenta di ucciderli. Alla fine di una rocambolesca fuga con azioni oltre il limite umano viene a conoscenza della Confraternita, un'organizzazione di assassini il cui scopo è di mantenere l'equilibrio nel mondo; i loro bersagli vengono decisi dal Telaio del Fato, una macchina tessile che a seconda di come incrocia i suoi fili decreta chi deve sopravvivere e chi morire. Wesley è lì per vendicare l'uccisione di suo padre, il più abile membro della Confraternita, manco a farlo apposta l’assassino è lo stesso tipo che ha tentato di ucciderlo poco prima. A capo dell'organizzazione c'è Sloan (Morgan Freeman), sotto di lui Fox (Angelina Jolie), la ragazza che lo ha salvato, e altri improbabili assassini capaci di sparare curvando la traiettoria delle pallottole.
Il tralasciare alcuni dettagli fondamentali fa risultare il film un po' superficiale, i colpi di scena possono essere forse un po' prevedibili, il sangue troppo gratuito, comunque prova piuttosto sufficiente per Timur Bekmambetov, che (chiamalo scemo) sfrutta il fascino della magrissima ma bellissima Angelina Jolie e il carisma dell’onnipresente Morgan Freeman per produrre una pellicola non troppo lunga e quindi non troppo noiosa: scene d'azione girate in modo non troppo pesante, effetti speciali nei posti giusti.
C’è da aggiungere che, della storia di Millar, Wanted mantiene ben poco: giusto un paio di nomi, alcune parti della trama e solo una piccola parte dei contenuti. A livello di tematica, il fumetto, ricorda molto più il libero arbitrio di Arancia meccanica, dove il protagonista sceglieva liberamente di fare il male. Nel film invece Wesley, sì, diventa un assassino, ma lo scopo delle sue gesta è quello di eliminare persone più o meno malvagie al fine di rendere il mondo un posto migliore.
Nonostante il finale del film non lasci spazio a continuazioni, è previsto un sequel per il 2011.

VOTO: 6,5/10

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
Wanted – Scegli il tuo destino
Titolo originale:
Wanted
Regia:
Timur Bekmambetov
Soggetto:
Mark Millar (fumetto)
Sceneggiatura:
Michael Brandt, Derek Haas, Chris Morgan
Anno:
2008
Genere:
Azione, crimine
Interpreti Principali:
James McAvoy, Morgan Freeman, Angelina Jolie, Thomas Kretschmann, Common
Durata:
110 min
Nazionalità:
USA, Germania
Colore:
Colore

Fratello, Dove Sei?

Mississipi, anni ’30, tre prigionieri fuggiaschi vagano per le praterie sterminate, per raggiungere un tesoro nascosto. Va da sé che s’imbatteranno in situazioni e personaggi stravaganti e più o meno affidabili. Nonostante la scarsa furbizia, e l’impaccio, i tre riusciranno ad avere quasi sempre la meglio in tutte le situazioni, affidandosi al fato, alla fortuna o a Dio.
Scritto dai fratello Coen, ma diretto soltanto da Joel, Fratello, dove sei? è una rivisitazione “moderna” dell’Odissea di Omero: ritornano i nomi, le situazioni e le caratteristiche fisiche dei personaggi che caratterizzano l’avventura di Ulisse.
A livello registico il film porta l’impronta netta e decisa dello stile Coen; uscito nel 2000, cronologicamente si colloca subito dopo Il grande Lebowski (1998), ma sembra che ci sia stato un discreto salto di qualità da una pellicola all’altra. Grossa fatica per il direttore della fotografia, Roger Deakins, che ha dovuto lavorare diversi giorni al viraggio di molte tonalità di colori – quasi tutto il verde della piante è stato trasformato in giallo. Il risultato finale è quello di una vecchia fotografia invecchiata di un’avventura ai limiti dell’assurdo, dove a giocare non sono gli avventurieri ma, anzi, essi sembrano soltanto delle pedine finite in mezzo all’eterna lotta tra il bene ed il male; Dio e il diavolo incarnati in esseri umani che decidono le mosse dei protagonisti.
Film pieno di citazioni, dal titolo fino al nome dei personaggi. Con una colonna sonora all’insegna del country con qualche canto dalla pelle nera – ci si poteva immaginare altro? – che ha vinto un Grammy come album dell’anno nel 2002.
Il personaggio che sovrasta lo schermo è sicuramente George Clooney, nella parte di Everett Ulysses: non ce la stiamo a menare, Clooney è di base un bravo attore, però capita che certi ruoli gli permettano di tirarsela un po’ di più; fortunatamente in questo caso non è così, l’ego del bellone di Hollywood si fa più docile sotto le direttive coeniane. Accanto a Clooney troviamo John Turturro e Tim Blake Nelson. C’è anche un ritorno di John Goodman, già visto insieme al Drugo.
Quello che i Coen non dicono – e che nella maggior parte dei film si guardano bene dal dire – è se, alla fine dei conti, vinca il bene o il male. La parola “fine”, nelle pellicole dei due fratelli ebrei, arriva sempre un po’ in anticipo… e, inutile dirlo, è così che ci piacciono!

VOTO: 7/10

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
Fratello, Dove Sei?
Titolo originale:
O Brother, Where Art Thou?
Regia:
Joel Coen
Soggetto:
Liberamente tratto dall’Odissea di Omero
Sceneggiatura:
Joel Coen, Ethan Coen
Anno:
2000
Genere:
Commedia, avventura
Interpreti Principali:
George Clooney, John Turturro, Tim Blake Nelson, Holly Hunter
Durata:
106 min
Nazionalità:
USA
Colore:
colore

Shaft il Detective

Shaft è un detective dalla pelle nera che vive in un Harlem violenta e senza scrupoli. Virile e duro come un James Bond dei bassifondi viene chiamato per un lavoro da Bumpy Jonas, un famoso criminale. Bumpy, classico gangster spietato dal cuore tenero chiede a Shaft di ritrovare sua figlia che sembra essere stata rapita dalle Black Panther. Shaft si mette sulle sue tracce aiutato dal poliziotto Androzzi, l’unico della centrale che comprende il suo modo di fare. Tracce che permetteranno di arrivare al capo delle Black Panther estraneo però alla faccenda del rapimento. Quest’ultimo, salvato da Shaft durante una sparatoria, deciderà di aiutarlo a ritrovare Marcy la figlia di Bumpy.
La storia non è niente di eccezionale, un classico poliziesco con qualche tocco di noir. Creato come un prodotto dal basso budget e con attori semisconosciuti diventerà poi il simbolo di un movimento che stava di lì a poco per esplodere. La Blaxploitation. Con questo termine si identifica a grandi linee, un film diretto e interpretato da attori neri per un pubblico di neri. Difatti questo film ha proprio tutte le carte tipiche di questo genere: gli stereotipi, la violenza (spesso gratuita), i bassifondi. Anche se può sembrare molto frivolo e quasi offensivo per coloro che sono di colore, ha invece il valore di far emergere la condizione dell’afroamericano mostrandolo molto capace e arguto invece che il solito spacciatore o gangster di Harlem. Un’altra caratteristica è quella della forte critica verso le istituzioni come la polizia stessa oppure il governo, che si interessano più alla loro posizione che a risolvere i problemi.
Molto spazio viene lasciato nel film alle riprese della città (spesso notturne) spezzando così di tanto in tanto il ritmo incalzante degli eventi. Recitazione e riprese non sono impeccabili, ma il film non le richiede. Menzione obbligatoria va alla colonna sonora di Isaac Hayes che vince addirittura un oscar per la canzone “Tema di Shaft” musica d’apertura del film. Un film leggero e frizzante non di ottima composizione tecnica ma di buon ritmo e ben confezionato, da cui poi molti altri trarranno spunto. Uno per tutti Tarantino, in cui troviamo molte analogie con la Blaxploitation: i dialoghi, la violenza e anche le colonne sonore (ricordiamo ad esempio che anche in Kill Bill viene utilizzato un pezzo di Hayes).

Voto: 7.5/10

Il Brutto


Scheda Tecnica
Titolo:
Shaft il Detective
Titolo Originale:
Shaft
Regia:
Gordon Parks
Soggetto:
Ernest Tidyman
Sceneggiatura:
Ernest Tidyman, John D.F. Black
Anno:
1971
Genere:
Poliziesco, Blaxploitation
Interpreti Principali:
Richard Roundtree, Moses Gunn, Charles Cioffi
Durata:
100 min
Nazionalità:
Usa
Colore:
Colore

Vero Come la Finzione

Harold Crick è un funzionario del fisco americano, conduce una vita estremamente programmata e routinaria; in pratica vive in simbiosi con il suo orologio. Scoprirà però che pur vivendo una vita assolutamente piatta, non è lui a decidere del suo destino, non è lui scrivere a la sua storia. Crede di essere pazzo quando arriva alla conclusione che una donna, di cui sente la voce, racconta passo dopo passo i momenti più significativi della sua vita, come in un libro. Questa donna travolge la sua esistenza facendogli incontrare, per ragioni di lavoro, una bellissima ragazza che scuoterà la vita di Harold, al quale però verrà annunciata, sempre dalla voce narrante, l’imminente morte. Harold si troverà quindi a temere una morte ormai prossima e a cercare di uscire da questa assurda situazione.
Nota di merito va a Zach Helm, autore di una sceneggiatura quasi impeccabile, con diversi punti caldi gestiti in modo intelligente. Storie, personaggi ed eventi intrecciati in modo molto brillante. Alla regia troviamo invece Marc Forster che trasmette la stessa brillantezza della storia con uno stile molto rilassato e rilassante.
Ma in una storia dove oltre agli eventi, ciò che conta sono i personaggi che li scatenano, è necessario menzionare gli attori… e che attori! Tanto per iniziare Will Ferrell interpreta il protagonista e Maggie Gyllenhaal la ragazza di cui s’innamorerà. Ma la mia ammirazione va a Emma Thompson e Dustin Hoffman: la prima (che alcuni ricorderanno come l’insegnante sclerata di Hogwarts) ci offre il personaggio di una scrittrice in piena crisi che non sa come finire un romanzo; al secondo invece, che non ha bisogno di presentazioni, sono affidate alcune gag molto fini che sollevano un po’ la pacata serietà del film, non appare in molte scene, ma tutte abbastanza significative, e offre una recitazione molto adatta alla pellicola.
Vero come la finzione (anche se il titolo originale, Stranger than fiction, ritengo sia un po’ più appropriato) è un film che ha come morale l’importanza vitale dei piccoli dettagli, spesso considerati insignificanti, che possono però salvare la nostra esistenza.

VOTO 7,5/10

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
Vero Come la Finzione
Titolo originale:
Stranger than Fiction
Regia:
Marc Forster
Soggetto:
Zach Helm
Sceneggiatura:
Zach Helm
Anno:
2006
Genere:
Commedia, drammatico
Interpreti Principali:
Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, Emma Thompson, Dustin Hoffman
Durata:
113 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore