Sukiyaki Western Django

Un pistolero solitario arriva in un villaggio diviso tra due clan, gli Heike (i Bianchi) e i Genji (i Rossi), impegnati nella ricerca di un tesoro nascosto. Ovviamente si inserirà tra i due contendenti per ricevere la sua parte di bottino, cercando nel frattempo di aiutare Heiachi, bambino nato da padre Rosso e madre Bianca. Se la storia vi sembra familiare, state tranquilli, è normale, dato che è la stessa di Per un Pugno di Dollari di Leone (e de La Sfida del Samurai di Kurosawa ancora prima). Solo che questa volta il regista è Takashi Miike, e chi lo conosce sa che non ci si può aspettare nulla di troppo comune da un suo film. Non ci troviamo di fronte ad un semplice western infatti, visto che l'ambientazione è un misto tra estetica giapponese e occidentale, tra katane e pistole, arti marziali e cercatori d'oro, e gli attori sono tutti orientali. Già vedere un giapponese con vestiti a metà tra il cowboy e il samurai è qualcosa di inusuale, aggiungete pure il fatto che Miike ha fatto recitare tutti in inglese: dato che non è ancora stato doppiato in italiano aspettatevi un inglese stentato e quasi incomprensibile (ma molto divertente da sentire). Il regista pesca a piene mani tra spunti orientali e occidentali, citando ad esempio Django di Corbucci (la bara e la mitragliatrice), ma rimanendo riconoscibile, con esplosioni di violenza, sangue e epici duelli mortali. Non aspettatevi però una pellicola seriosa e fine a sé stessa, il divertimento c'è, sia per lo spettatore che per gli autori: basti vedere l'inizio, con un Quentin Tarantino davanti ad un fondale chiaramente finto, che recita nel ruolo di Piringo (citazione di Ringo, altro western italiano) in un inglese giapponesizzato (si, anche lui) e ci presenta la storia, con la telecamera che si tuffa nella sua ciotola di Sukiyaki, tipico piatto giapponese simile ai nostri spaghetti (noi abbiamo gli Spaghetti Western e loro i Sukiyaki Western, geniale no?). I personaggi sono uno più folle dell'altro, memorabili il capo dei Genji che vuole essere chiamato Henry dai suoi uomini, per ricordare l'Enrico VIII di Shakespeare, o lo sceriffo, che ha una doppia personalità e un potere molto particolare, che non svelo per non rovinare la sorpresa. La regia è ritmata e sempre studiata in modo da cogliere inquadrature che rapiscano lo sguardo, giocando con i colori (spesso molto caldi, o più smorti e sfocati per i flashback); la colonna sonora sottolinea bene la pellicola, a cui forse manca solo un tema musicale principale che si imponga sugli altri, com'era tipico nei western all'italiana. Le trovate spettacolari sono tantissime, magari poco realistiche, ma sempre divertenti, come anche le scene d'azione e le sparatorie. L'unico difetto è forse un'eccessiva durata, con qualche minuto in meno sarebbe stato più godibile. Sukiyaki Western Django è un omaggio spudorato (filtrato dall'ottica giapponese) e sentito ad un genere ormai dimenticato del cinema italiano, lo Spaghetti Western, e più in generale una dichiarazione d'amore che Takashi Miike fa al Cinema come arte e mezzo espressivo, ed è quindi un film che ogni appassionato dovrebbe vedere.
VOTO: 8/10

Il Cattivo.

Scheda Tecnica
Titolo:
Sukiyaki Western Django
Titolo originale:
スキヤキ・ウエスタン ジャンゴ
Sukiyaki Uesutan Jango
Regia:
Takashi Miike
Soggetto:
Masa Nakamura
Sceneggiatura:
Masa Nakamura, Takashi Miike
Anno:
2007
Genere:
Western
Interpreti Principali:
Hideaki Ito, Koichi Sato, Yusuke Iseya, Kaori Momoi
Durata:
120 min
Nazionalità:
Giappone
Colore:
Colore

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