Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo

Randle McMurphy è un carcerato che, a seguito di alcuni dubbi sulla sua condizione di salute mentale, viene internato in un manicomio per essere vagliato, ma prenderà la cosa come una specie di vacanza premio, per evitare la prigione. Accortosi del pesante clima che si respira tra quelle mura, cercherà di dare una scrollata agli altri pazienti, spingendoli a ribellarsi agli ordini fortemente repressivi del’istituto, in particolare nei confronti della caporeparto Ratched.
Tratto dal’omonimo romanzo di Ken Kesey, pubblicato negli anni ’60, il film di Milos Forman, uscito una decina di anni dopo, ha una trama piuttosto lineare che, in alcuni momenti, tende a ripetersi, per enfatizzare la monotonia della vita in un ospedale psichiatrico. Tutta la trama è atta a denunciare il trattamento oppressivo e alienante dei manicomi, che invece di dare dignità ai malati mentali, almeno allora, tendeva a ghettizzarli e emarginarli ulteriormente. Il culmine del film viene però raggiunto nelle scene finali, dove ci sono dei significativi ribaltamenti di quello che è il normale svolgimento della storia; colpi di scena, piacevoli e non, che danno un vero significato alla pellicola.
Il lento scorrere di Qualcuno volò sul nido del cuculo, grazie alla sceneggiatura di Hauben e Goldman, insieme alla regia di Forman ed alla fotografia di Wexler, fa nascere un senso di inquietudine che lo spettatore riesce ad espellere solo in alcune scene liberatorie, come la fuga dal manicomio per una clandestina gita in barca organizzata dal protagonista.
Spesso, nel cinema, quando si parla di pazzia, si parla di Jack Nicholson; dopo alcune indecisioni la parte fu affidata a lui, e verrebbe da chiedersi chi altro avrebbe potuto farla di meglio. Accanto a lui altri attori ben calati nella parte di psicotici, tra cui, due giovani e semi sconosciuti DeVito e Lloyd. Protagonista o, volendo, “antagonista” femminile, nel ruolo della caporeparto Ratched, troviamo Louise Fletcher, che vinse, insieme a Nicholson, un oscar per la miglior recitazione, insieme agli altri tre che andarono alla pellicola come miglior film dell’anno, a Forman per la miglior regia e ai due sceneggiatori per la migliore sceneggiatura non originale.
Da quest’opera trae parecchia ispirazione Si può fare, un film italiano del 2008 (ma ambientato giusto qualche anno dopo rispetto a Qualcuno volò sul nido del cuculo), che dalla pellicola di Forman cita svariate scene, ma fa vedere come l’emarginazione dovuta alla malattia mentale può essere vinta grazie a metodi meno malsani rispetto a quelli di McMurphy.

VOTO: 8/10

Il Buono
Scheda tecnica
Titolo:
Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo
Titolo originale:
One Flew Over the Cuckoo's Nest
Regia:
Milos Forman
Soggetto:
Ken Kesey (romanzo)
Sceneggiatura:
Lawrence Hauben, Bo Goldman
Anno:
1975
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Jack Nicholson, Louise Fletcher, Danny DeVito, Christopher Lloyd, Dwight Marfield, Will Sampson
Durata:
133 min
Nazionalità:
USA
Colore:
Colore

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