L'odio

Avete presente Il favoloso mondo di Amélie? Avete presente il protagonista maschile? Ecco, non lo direste mai ma lui, oltre ad essere evidentemente un attore, è un regista! Si chiama Mathieu Kassovitz ed è quello che, per darvi un’idea, ha girato Gothika e Babylon A.D.; L’odio, a dire il vero, ha poco a che fare con questi due ultimi film. Non è né un film che parla di mercenari pelati né di morti ancora vivi… L’odio è un’altra cosa.
Siamo nei sobborghi di Parigi, all’indomani di una nottata all’insegna di scontri urbani tra manifestanti e forze dell’ordine. La scintilla che fa scatenare la guerriglia è il pestaggio, da parte della polizia, di un ragazzo di 16 anni avvenuto durante un interrogatorio. Le immagini della rivolta si vedono all’inizio del film, e sono immagini reali prese dagli archivi; la storia vera e propria inizia la mattina seguente, quando Saïd, un giovanotto che cerca di fare il ghetto-boy con evidente difficoltà, va a svegliare Vinz, un coetaneo che si crede un figo che può spaccare il mondo a testate! I due vanno a trovare Hubert, giovane pugile di colore che, durante la notte precedente, ha perso la palestra che si era messo su a causa di un incendio. I tre si fanno un giro per vedere com’è la situazione dopo la nottata burrascosa e gli eventi li porteranno in situazioni non proprio gradevolissime. Lo svolgimento del film è privo di grossi colpi di scena: fila quasi tutto liscio, fino alle ultime scene del film dove, invece, la situazione si anima un bel po’ dopo l’arrivo della notizia della morte del ragazzo che è stato pestato.
La pellicola vuole essere un accusa all’abuso di potere esercitato dalle forze dell’ordine. La storia prende spunto dalla reale uccisione di un ragazzo nella periferia parigina, da parte della polizia. Dall’altro lato è anche un richiamo alla calma verso i giovani che si sentono in dovere di dire la loro con le molotov.
Il regista decide, con la “piattezza” della trama, di mettere il focus sulla morale del film, più che sugli eventi stessi, una morale che, dei tre protagonisti, forse solo Hubert ha veramente chiara: l’odio chiama altro odio.
Pellicola del 1995, interamente in bianco e nero, scelta stilistica che da un tono interessante al film, con un giovanissimo Vincent Cassel ed un altrettanto giovane Saïd Taghmaoui nella parte dei due sbruffoncelli del ghetto francoise… vincitrice del premio per la miglior regia al 48° Festival di Cannes e qualche altro premio qua e là, e scusate se è poco!
Nel film ci sono diverse citazioni che rimandano ad alcuni “duri” del cinema; la più evidente è la scena dello specchio: Vinz (Cassel) si guarda nello specchio puntandosi una pistola immaginaria addosso e ripetendo la frase “Ce l’hai come me? No, dico, è con me che ce l’hai?!”, chiarissimo richiamo alla celebre scena di Taxi Driver.
Un film che consiglio vivamente per ogni suo aspetto: la regia, l’interpretazione assolutamente calata nella parte e quei minuti finali da brivido!

VOTO: 8,5/10

Sempre vostro, il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
L’odio
Titolo originale:
La haine
Regia:
Mathieu Kassovit
Sceneggiatura:
Mathieu Kassovit
Anno:
1995
Genere:
Drammatico
Interpreti Principali:
Vincent Cassel, Hubert Koundé, Saïd Taghmaoui
Durata:
95 min
Nazionalità:
Francia
Colore:
B/N

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