Il Concerto

Andreï Filipov da trent’anni è l’addetto alle pulizie del Bolshoi, teatro russo, la cui orchestra godeva di enorme fama. Ed è proprio Andreï che dirigeva quest’orchestra, ma che fu sospeso dal suo ruolo, venendo interrotto durante un concerto, per essersi opposto alle regole del regime comunista di Brežnev, e non aver cacciato i musicisti ebrei dalla sua orchestra. Trent’anni dopo, mentre fa il suo lavoro come uomo delle pulizie gli capita tra le mani la via per la rivalsa: un fax di un prestigioso teatro parigino che invita l’orchestra del Bolshoi ad un esibizione. Andreï decide di radunare tutti i musicisti che suonavano con lui per fingere di essere l’orchestra invitata e finire il concerto lasciato in sospeso trent’anni prima.
Ci sarebbero da dire tante altre cose riguardo alla trama, ma mi fermo qui sperando di stimolare la vostra curiosità a vedere questo film che, personalmente, ho trovato un piccolo capolavoro.
Radu Mihăileanu è un regista rumeno di origini ebraiche, che vive in Francia, e questi tre fattori influenzano fortemente le sue pellicole. Esattamente come in Train de vie, i protagonisti di questo film sono gli ebrei. Ma se nel film del ’98 quella del popolo ebraico era una fuga dalla persecuzione nazista, ne Il concerto, film del 2009, si parla più di rivalsa personale e collettiva, nei confronti di una dittatura comunista. Il tipo di narrazione è il medesimo: l’alternanza e, alle volte, la compresenza del comico e del drammatico; del grottesco e del profondo.
Gli argomenti trattati da Mihăileanu in questa pellicola sono molteplici e tutti ben approfonditi, grazie soprattutto ai diversi punti di vista che ci vengono forniti dal gran numero di personaggi, tutti estremamente caratterizzati. Ci sono svariate similitudini tra Il concerto e Train de vie; questo ci mostra la volontà del regista di raccontare il popolo ebraico, usando storie e metafore diverse.
A fare da collante a tutta la pellicola è sicuramente la musica, paragonata, o meglio sostituita, in uno dei momenti più intimi e alti del film, al comunismo, altro elemento portante della storia. All’apice della narrazione la composizione che da il titolo al film: Il concerto per violino e orchestra di Tchaikovsky.
Anche dal punto di vista tecnico siamo ad alti livelli: la fotografia di Laurent Dailland sostiene benissimo una regia pulita e leggera. La storia ci viene raccontata in modo lieve, quasi sottovoce, in contrasto alla sua profondità.
Come già detto, i personaggi di questa storia sono molti e molti sono i protagonisti, valorizzati da un’ottima interpretazione. Da annoverare sicuramente Aleksei Goskov, nel ruolo del direttore d’orchestra; Dimitri Nazarov, nei panni di Sasha, figura ingombrante e alle volte sguaiata, violoncellista e grande amico di Andreï; ed infine Mélanie Laurent che interpreta Anne-Marie Jacquet, l’affascinante violinista a cui girerà intorno parte della storia; un piccolo ruolo ma quasi sempre presente è affidato anche a Lionel Abelanski, che in Train de vie interpretava Shlomo.
Unica pecca del film, sono alcuni problemi dovuti alla difficoltà di doppiare solo in italiano due lingue distinte, il Russo e il Francese, che convivono nel film; problemi che in lingua originale, ovviamente, non si pongono.
Vincitore di svariati premi, Il concerto è un film che sicuramente toccherà determinate corde allo spettatore che vorrà lasciarsi coinvolgere.

VOTO: 9/10

Il Buono


Scheda tecnica
Titolo:
Il concerto
Titolo originale:
Le concert
Regia:
Radu Mihăileanu
Soggetto:
Radu Mihăileanu
Sceneggiatura:
Radu Mihăileanu, Alain-Michel Blanc, Matthew Robbins
Anno:
2009
Genere:
Commedia, drammatico
Interpreti Principali:
Aleksei Guskov, Mélanie Laurent, Dmitri Nazarov, Valeriy Barinov, Miou-Miou
Durata:
119 min
Nazionalità:
Francia, Italia, Romania, Belgio, Russia
Colore:
Colore

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