Matrix

Ci sono quei film che lasciano un segno indelebile: vuoi per l’idea di questa realtà virtuale che fa tanto figo, vuoi perché muovendosi come un ballerino di limbo provetto, Neo riesce a schivare le pallottole, Matrix è sicuramente uno di questi.
Volendo fare un paragone un po’ azzardato si potrebbe dire che Matrix sta al cinema come Battiato sta alla canzone italiana. Non so se ho esagerato troppo, ma è sicuro che un film di questa portata ha più o meno influenzato gran parte di quelli che sono venuto dopo, o comunque quelli d’azione. Ma non solo nel cinema… chi di voi non ha mai usato l’espressione “alla Matrix” in vita sua?
Non è facile parlare di un film così, specie per uno (io) che non lo fa di mestiere…
Sono passati già 11 anni da quando questo colosso della settima arte è uscito nelle sale e ancora se ne parla, penso che basti già questo.
La storia ormai la si conosce tutti, ma vale la pena spenderci due parole. Il mondo, per come lo conosciamo noi oggi, altro non è che una realtà virtuale (anche se il concetto sarebbe un po’ più ampio) creata e gestita da macchine dotate di intelligenza artificiale. Quando l’uomo creò le macchine pensanti (nel 2000, anno più anno meno) queste si ribellarono. L’uomo oscurò il cielo, per privare le macchine dell’energia solare, unico loro mezzo di sostentamento, ed esse, di contro, lo imprigionarono in Matrix: un programma che simula la realtà attraverso degli impulsi celebrali. Tenendo imprigionate le menti in Matrix (che, per i meno svegli, come già detto, è il nome che viene dato alla realtà che noi tutti conosciamo), i corpi vengono tenuti addormentati, fino alla morte, in delle specie di alveari con miliardi di esseri umani, la quale energia corporea serve per tenere in vita le macchine. Inoltre, come se non bastasse, all’interno di Matrix ci sono gli Agenti: degli uomini piuttosto freddini, vestiti tutti belli eleganti, che altro non sono che programmi atti alla protezione del sistema.
Premesso tutto questo scenario poco confortante, arriva Neo alias Thomas Anderson (alias Keanu Reeves), un hacker professionista che viene contatto da due loschi tizi, Morpheus e Trinity. Lo scopo di questi ultimi è di strappare Neo da Matrix per portarlo nella realtà reale, quella vera… mi sembra chiaro il concetto, no? Perché vogliono privarlo dei piaceri della vita per condurlo in un mondo in cui, a posteriori, pochi vorrebbero andare? Perché Morpheus è convinto, ma di brutto proprio, che Neo sia l’eletto in grado di portare la pace tra le macchine e gli uomini rimasti fuori da Matrix. Si sbaglia? Non si sbaglia? Questo non ve lo dico, ma di certo se c’hanno fatto altri due film…
Diretto dai fratelli Wachowski (che, per la cronaca, dal ’99 al 2005 si sono dedicati solo ed esclusivamente a Matrix e dintorni, se non qualche sceneggiatura qua e là) è un film di quelli che vanno visti per forza. Solo avendolo rivisto recentemente (dopo un po’ di tempo) ho potuto apprezzare anche gli aspetti registici. I toni predominanti sono il blu e il verde, non serve che si spieghi il perché. L’azione è agli estremi ma mai ridondante (o comunque non in questo primo capitolo della trilogia), i dialoghi sono d’impatto, le inquadrature e la fotografia decisamente favolose. Stavolta il premio della critica (la mia, s’intende), però, non va agli attori: no che non siano bravi però, almeno personalmente, non catturano completamente l’attenzione dello spettatore. Fatta eccezione, ovviamente, per il sempre magistrale Hugo Weaving, che nel film interpreta l’Agente Smith.
Per concludere proprio con una frase dell’Agente Smith: “Lo sente quello, signor Anderson? Quello è il suono dell’inevitabilità!”.

VOTO 9/10

Il Buono

Scheda tecnica
Titolo:
Matrix
Titolo originale:
The Matrix
Regia:
Andy Wachowski, Larry Wachowski
Soggetto:
Andy Wachowski, Larry Wachowski
Sceneggiatura:
Andy Wachowski, Larry Wachowski
Anno:
1999
Genere:
Fantascienza, azione
Interpreti Principali:
Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Ann Moss, Hugo Weaving
Durata:
136 min
Nazionalità:
USA, Australia
Colore:
Colore

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